Lorenzin risponde all’invito di Ottaviani
Il ministro Beatrice Lorenzin giovedì 23 gennaio 2014 sarà in Ciociaria per rendersi conto personalmente dei problemi che attanagliano la sanità del Frusinate. Il titolare del dicastero della sanità, infatti, ha risposto positivamente e con sollecitudine all’invito del sindaco di Frosinone, Nicola Oattaviani, ed ha annunciato telefonicamente al primo cittadino del capoluogo, che è anche Presidente della Conferenza dei Sindaci sulla sanità provinciale, la propria presenza in Ciociaria. Il Ministro farà visita agli ospedali di Frosinone e Sora per prendere contezza direttamente dei problemi dei pronto soccorso e per avviare una riflessione a 360 gradi sullo stato della sanità in provincia di Frosinone e sulle sue prospettive, anche in considerazione della paventata ipotesi di trasferimento del Centro Trasfusionale da Frosinone a Roma così come vorrebbe un decreto del commissario regionale ad acta.
“Voglio rivolgere un sentito ringraziamento al Ministro Lorenzin per aver risposto con grande disponibilità e sollecitudine al nostro invito a venire a Frosinone” ha dichiarato il Sindaco Nicola Ottaviani. “La presenza delle più alte istituzioni nel capoluogo – ha continuato il Sindaco Ottaviani – e l’interesse concreto verso le problematiche sanitarie del nostro territorio sono un segnale importante”.
“Alla luce degli ultimi scenari prospettati in materia di politica sanitaria a livello regionale – ha aggiunto il sindaco Nicola Ottaviani – è da scongiurare una ulteriore contrazione dei servizi ed un ridimensionamento ingiustificato delle strutture sanitarie presenti sul territorio, con un depotenziamento praticamente scientifico di servizi e strutture a mortificazione delle eccellenze professionali presenti nella nostra città e nella nostra provincia e a discapito delle esigenze di una popolazione di 500.000 abitanti. È impensabile ed inaccettabile che, ogni volta che si parla di riorganizzazione del servizio sanitario, di razionalizzazione delle risorse e di ristrutturazione delle aziende ospedaliere e sanitarie, i cittadini della provincia di Frosinone debbano essere gli unici a fare sacrifici e a pagare sulla propria pelle le storture e le inefficienze di un sistema che penalizza sempre la Ciociaria e premia sempre le altre province. L’ultima vicenda del trasferimento dell’efficientissimo Centro Trasfusionale di Frosinone a Roma è, in questo senso, emblematica. Come ho avuto modo di dire più volte, appare utile e indispensabile rivedere radicalmente le linee guida adottate dalla Regione, a partire da quelle indicate con il decreto 80, in riferimento alle previsioni della rete sanitaria ed ospedaliera per la provincia di Frosinone. Inoltre, non è più differibile l’istituzione del Dea di II livello nel capoluogo con la creazione dei reparti di chirurgia vascolare e di radiologia interventistica, con una implementazione della medicina territoriale e con il coinvolgimento di risorse consolidate al reparto di ematologia. Una popolazione di mezzo milione di persone, come quella della provincia di Frosinone, merita standard di assistenza sanitaria consoni e di qualità elevata, proporzionali al trasferimento delle risorse che, paradossalmente, la provincia sta versando alla Regione. Le alte professionalità esistenti nella sanità ciociara vanno salvaguardate e supportate adeguatamente, per questo è necessario che la Regione si attivi prontamente per scongiurare la programmata soppressione del servizio trasfusionale di Frosinone, anche allo scopo di migliorare la qualità ed i livelli delle prestazioni sanitarie erogate sul nostro territorio, considerata anche la possibilità, sempre secondo le nuove direttive regionali, che siano creati altri due centri trasfusionali regionali in sostituzione di quello attualmente allocato a Frosinone».
«È diventato, ormai, ineludibile – ha continuato il sindaco di Frosinone – riequilibrare un quadro ritenuto troppo penalizzante e insufficiente per assolvere in maniera adeguata alle esigenze di assistenza sanitaria della popolazione della provincia di Frosinone. Riteniamo che sia necessaria una politica di federalismo sanitario sul territorio, che tenga presente, in maniera rigorosa, le specificità delle strutture, le criticità epidemiologiche e una più equa redistribuzione sul territorio regionale dei posti letto. Il rapporto tra popolazione residente e posti letto, a fronte di una previsione regionale di 3,7 ogni mille abitanti, è pari a 5 su buona parte delle Asl romane, mentre scende clamorosamente a 2,7 per la provincia di Frosinone. Se rappresentiamo il 10% della popolazione regionale, vogliamo che tornino risorse sul territorio pari al 10% degli investimenti in materia sanitaria da parte della Regione Lazio».
«Ripeto: non è più tollerabile – conclude il sindaco di Frosinone – che la provincia di Frosinone, che conta oltre mezzo milione di residenti, non abbia un Dea di secondo livello, per la neurochirurgia e la cardiochirurgia. In caso d’infarto o d’ictus non possiamo limitarci a pregare, sperando di arrivare in tempo con un elicottero o un’ambulanza a Roma, per non parlare della vergogna sanitaria delle condizioni in cui versano i pazienti al pronto soccorso, costretti ad attendere dai due ai cinque giorni, in alcuni casi, prima di essere accettati dai singoli reparti. Ho chiamato il ministro della Sanità Lorenzin e ho chiesto di venire a fare una verifica diretta sullo stato della sanità in provincia di Frosinone».