Veroli, gli alunni incontrano un campione: il rivale di Lance Armstrong
[one_third][/one_third] Un grande campione del ciclismo italiano, Filippo Simeoni, ha incontrato gli alunni delle classi seconde della Scuola Secondaria di primo grado “Caio Mario” di Veroli. La Scuola da alcuni anni partecipa al progetto proposto dal CONI “I giovani incontrano i campioni – Sport, valori, corretti stili di vita”, che offre l’emozione di incontrare dei Campioni dello sport e di vivere e condividere con loro racconti ed esperienze. Il campione è stato presentato ai ragazzi dal fiduciario CONI Gianrico Rossi che ha più volte sottolineato l’importanza dello sport nella vita dei giovani. Sono intervenuti anche i referenti provinciali CONI Matilde Di Francesco ed Enrico Polidori, il coordinatore provinciale di Ed. Fisica Enrico Ludovici e l’assessore del comune di Veroli Orlando Rotondo che hanno reso omaggio al campione d’Italia, Filippo Simeoni, per la sua vita spesa per lo sport e per i valori che lo caratterizzano. Filippo Simeoni, originario di Desio ma residente a Sezze (LT), si è raccontato ad una platea attenta e partecipe: la scoperta del ciclismo da bambino in un campo sportivo sotto casa, la prima vittoria a 10 anni, l’impegno costante e la determinazione nell’età adolescenziale, il successo. Semplici parole che hanno mostrato un mondo, quello dello sport e del ciclismo, fatto di sacrificio e dedizione, di rinunce e di coraggio, ma anche di gioia impagabile quando si raggiunge la vittoria. Un sogno che si realizza, che diventa realtà. “Non c’è niente di più bello che realizzare i sogni dell’infanzia” dice ai ragazzi, “e bisogna impegnarsi per concretizzarli”. Aggiunge che crescere in modo sano significa riuscire ad “abbinare” studio e sport e consiglia di andare avanti per piccoli obiettivi. La competizione? E’ qualcosa che si sente dentro, che stimola e spinge a migliorare le proprie potenzialità.
Oggi Simeoni ha dovuto reinventare la sua vita, dopo aver speso anni ad allenarsi; ma la passione per il ciclismo è intatta e la sta trasmettendo ai figli, Antonio e Simone, e ai ragazzi che frequentano la sua associazione sportiva con l’obiettivo di sensibilizzarli e incentivarli a fare sport, sottraendoli in tal modo all’ozio ed alla pigrizia. Afferma che il ciclismo è molto cambiato, è più mediatico, e che mancano squadre italiane di un certo livello mentre si affermano squadre straniere sempre più competitive; conserva però la capacità di appassionare, di entrare nel cuore della gente. Racconta ai presenti il suo rapporto con Armstrong, l’ex ciclista vincitore di sette Tour de France, ma con l’aiuto del doping, e rievoca la propria ribellione, la denuncia, l’ostruzionismo dell’ambiente ciclistico. Ha pagato un prezzo molto caro, tanto che nel 2009 si è ritirato dopo esser stato escluso dal Giro d’Italia in cui avrebbe corso con la maglia tricolore; ha però sollevato il problema e da allora è notevolmente aumentata l’attenzione che il mondo dello sport riserva all’uso di sostanze dopanti. Alle numerose domande degli alunni, l’atleta ha risposto semplicemente, con il cuore. Il ricordo più bello? L’ultima vittoria, poter indossare la maglia italiana e portarla per il mondo. Conclude l’incontro la Dirigente scolastica Angela Avarello, evidenziando che l’attività sportiva è fondamentale per lo sviluppo di valori basilari per la società, quali lo spirito di gruppo e la solidarietà, nonché la tolleranza e la correttezza delle azioni, principi indispensabili per favorire un arricchimento della nostra esistenza ed un miglioramento del nostro vivere quotidiano.