La mano de Dios, trent’anni fa a Città del Messico
Trenta anni fa Diego Armando Maradona entrò nella storia del calcio per due goal segnati all’Inghilterra nei quarti di finale di Messico ’86. L’Argentina vinse la partita allo Stadio Azteca di Città del Messico, con il risultato 2-1 e si laureò successivamente campione del mondo battendo il Belgio in semifinale e la Germania in finale.
Per motivi geopolitici Argentina-Inghilterra si giocò in un clima teso. All’inizio del secondo tempo il risultato è fermo sullo 0-0. Allora accade che Steve Hodge alza erroneamente un pallone a campanile all’interno dell’area di rigore. Il portiere inglese, Peter Shilton, tenta di prenderlo, dall’alto dei suoi 185 cm, ma Diego Armando Maradona, devia la palla con il braccio e la spedisce in rete. L’arbitro tunisino Ali Bin Nasser non si accorge del fallo e convalida la rete. Maradona raccontò poi di aver invitato i compagni, in un primo momento fermi, a festeggiare assieme a lui la rete dicendo loro che altrimenti l’arbitro avrebbe potuto non convalidarla. Subito dopo il match negò di aver usato la mano. “È vero che il primo gol lo ha segnato con la mano?”, gli chiesero i giornalisti. “Il gol è stato legittimo, regolarissimo, ho colpito la palla di testa, semmai c’è stata “mano de Dios”, rispose consegnando la sua giocata alla storia. E ancora, “la palla è entrata in rete un po’ con la testa di Maradona e un altro po’ con la mano di Dio”. Ma Maradona si consacrò durante quella partita, diventando il miglior calciatore della storia. Dopo pochi minuti dalla prima rete infatti il Pibe de oro mise a segno quello che è considerato il goal più bello di tutti tempi: in fuga sulla sinistra, partendo da centrocampo, travolse in dribbling sei avversari e poi il portiere. Il goal del secolo.