Veroli-Il Sepolcro di Sant’Angelo, tra fede e tradizione
Durante la Pasqua, fede e tradizione popolare si fondono dando vita ad eventi che si tramandano nel tempo; è consuetudine a Veroli, per il giovedì santo, giornata dedicata alla visita dei Sepolcri, adornare gli altari in cui vengono riposte e custodite le ostie consacrate durante la messa “in coena domini”.
Appartiene alla nostra storia ed alla tradizione di decenni, il rito del sepolcro di San Michele Arcangelo, artisticamente, il più significativo del nostro Paese. Un’eredità lasciatagli dal padre Carlo, quella di Vittorio Fontana, che da anni se ne occupa, dalla creazione all’allestimento; è lui, un po’artista e un po’artigiano, a custodire e valorizzare l’antica usanza della chiesa di Sant’Angelo. Nei giorni che precedono la Pasqua, Vittorio, supportato e coadiuvato da Checco Fiorini, altrettanto abile, è all’opera, circondato da una moltitudine di polveri colorate, pigmenti, gessetti con i quali realizza le sue rappresentazioni. Al centro della scena, oltre ad altre immagini, solitamente, la rievocazione del sacramento dell’Eucaristia. La fase iniziale del suo lavoro è costituita da un disegno preparatorio, accompagnato da una quadrettatura del pavimento, a cui segue poi la stesura dei materiali e delle terre che, mescolate e sfumate, raggiungono infinite tonalità cromatiche. Una vera opera d’arte quella che riesce a creare nella navata centrale della chiesa; un tappeto di polveri colorate e petali di carta, contornato da vasi che traboccano di fiori e germogli di grano. La chiesa, adornata in modo solenne in occasione della Reposizione, è pronta ad accogliere la moltitudine di fedeli provenienti da tutti i paesi vicini.
A. P.