La Ciociara in versione hard, la risposta del Ministero
Il rifacimento in chiave porno del film “La Ciociara” di De Sica sarà posto al vaglio della Commissione di revisione cinematografica per ricevere il nulla osta di proiezione in pubblico e l’Amministrazione “porrà la massima attenzione nell’esame della pellicola” fornendo alla Commissione “gli elementi necessari per una compiuta e approfondita valutazione della stessa”. Iniziativa utile in caso di uscita nelle sale italiane. Ma che non potrà in nessun modo impedirne o limitarne l’uscita in rete o su altre piattaforme.
A giudizio di Spilabotte, “certe pagine della storia devono essere trattate con il rispetto che meritano. Anche solamente il sapere che esiste un film di questo genere avrebbe sulle famiglie delle vittime di quelle violenze un impatto psicologico non indifferente”. Il sottosegretario Borletti Buitoni ha ricordato in via preliminare che la Direzione generale cinema del Mibact è competente per il rilascio del nulla osta per la proiezione in pubblico di film. Precisando però che la Direzione generale “potrebbe avere competenze sul film in parola (come su tutti gli altri film del resto) soltanto se esso verrà distribuito in sala. Viceversa, qualora il film non dovesse essere distribuito nelle sale cinematografiche, la casa di produzione, in base alla legge, non sarebbe tenuta a presentarne copia alla Direzione generale cinema per il rilascio del nulla osta di proiezione in pubblico”. Ilaria Borletti Buitoni ha ricordato poi che il nulla osta di proiezione in pubblico è un provvedimento amministrativo rilasciato previo parere autonomamente espresso dall’apposita Commissione di revisione cinematografica. Il parere, ai sensi dell’articolo 6 della legge n. 161 del 1962, è vincolante per l’Amministrazione che infatti lo recepisce, non potendo decidere od operare in difformità da questo. La Commissione di revisione cinematografica è un organismo autonomo, formato interamente da persone esterne all’Amministrazione dotate della necessaria competenza per esprimere un parere tecnico che il Ministero è tenuto a far proprio. Il sottosegretario ha infine assicurato che l’Amministrazione porrà la massima attenzione, qualora il film sia presentato per la successiva proiezione in sala cinematografica, nell’esame della pellicola, fornendo alla Commissione tutti gli elementi necessari per una compiuta e approfondita valutazione della stessa.
La senatrice Spilabotte si è dichiarata soddisfatta della risposta, di carattere prevalentemente tecnico, apprezzando la disponibilità dell’Amministrazione ad adoperarsi nel caso in cui il film sia presentato per la successiva proiezione in sala. Il film – ha precisato la senatrice Pd – è stato prodotto e sarà distribuito in rete. Spilabotte ha rimarcato che gli stupri compiuti nel 1944 dalle truppe francesi nel suo territorio di provenienza sono stati dimenticati dalla storia, nonostante la letteratura e la cinematografia si siano occupati del tema. L’interrogazione, ha concluso, aveva lo scopo “di difendere la posizione di tali donne, le quali non hanno avuto alcun ristoro, tenuto conto che all’epoca non potevano di fatto essere denunciati crimini compiuti dagli alleati”.