Lavoratori Fiat Cassino, il sindaco D’Alessandro scrive a Gentiloni

Il sindaco del Comune di Cassino, Carlo D’Alessandro, a nome e per conto della consulta dei primi cittadini del Lazio Meridionale ha scritto al presidente del consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, al ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, al ministro dell’economia, Carlo Padoan e all’ad di FCA, Sergio Marchionne per sollecitare un tavolo di confronto per tutelare i livelli occupazionali e fare chiarezza sul futuro del sito produttivo denominato ‘Cassino Plant’. “Come noto, nel novembre del 2016 Fiat Chrysler Automobiles ha annunciato l’assunzione di 1800 unità nel suo sito produttivo ‘Cassino Plant’ – ha affermato il sindaco D’Alessandro nella missiva – Ubicato nel Comune di Piedimonte San Germano e annoverato tra i più grandi stabilimenti non solo del Lazio ma addirittura del centro Italia. Le nuove figure richieste, operai, tecnici e professionisti vari, a detta dell’azienda, sarebbero serviti per la produzione delle due nuove automobili di punta del gruppo: la Giulia e il Suv Stelvio, concepite per il rilancio del marchio Alfa Romeo di cui il sito produttivo doveva essere assoluto protagonista. Purtroppo, il 31 ottobre scorso sono scaduti i contratti dei 832 giovani interinali assunti nel “Cassino Plant” la primavera scorsa dopo che ai colloqui si presentarono più di 1500 persone. Per 532 di essi, sembrerebbe che le porte dello stabilimento FCA si siano chiuse per sempre. Il mancato rinnovo dei contratti è avvenuto a pochi giorni di distanza dalla notizia relativa al calo delle vendite in Cina per Alfa Romeo e Maserati che avrebbe avuto come effetto il taglio della produzione negli stabilimenti Fiat Chrysler di Mirafiori e Cassino. Una circostanza inaccettabile sul quale il sottoscritto e tutti i sindaci del Lazio Meridionale che mi onoro di rappresentare, vogliono essere ascoltati e soprattutto informati delle strategie future di FCA – ha concluso D’Alessandro – Le problematiche sociali, infatti, dovute alla desertificazione industriale e alla continua perdita di posti di lavoro sul territorio ricadono soprattutto sulle istituzioni locali, su noi primi cittadini, che, però, abbiamo scarsi mezzi per contrastare le criticità che si presentano, sotto tutti i punti di vista, determinando di fatto una vera e propria emergenza sociale che nessuna istituzione nazionale può sottacere”.