Veroli-‘Redatece lo Chalet’
[one_third][/one_third] ‘Redatece lo Chalet’, è il grido di dolore che si leva da tante parti della città. Centro di aggregazione della gioventù tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta (quando il centro pullulava di studenti e Veroli trovava nei convittori la sua fulgida espressione) luogo di ritrovo di intere famiglie e di frotte di pensionati suppergiù fino al 2000, lo Chalet è oggi un oggetto misterioso, uno spazio quasi disabitato. I coraggiosi che si avventurano lungo i giardinetti di viale XXI Aprile, incontrano ostacoli insormontabili nel raggiungere lo stesso chiosco, accerchiato da draghi, castelli e maghi. A tratti imperscrutabile. Non è una fiaba che ha sempre lieto fine, è una storia che ha visto lentamente ridurre se non scomparire i suoi attori principali e che rischia di avere un finale drammatico per l’intera comunità. Complice di questo crepuscolo lo spopolamento della città, come pure tanto altro che è meglio non menzionare per carità di patria. Al di là di tutto lo Chalet va sollevato e riorganizzato; storicamente il baricentro di Veroli è sempre stato il tratto compreso tra via Gracilia e viale XXI Aprile, piazzale Vittorio Veneto e l’ex liceo. La sopravvivenza del paese passa perciò da San Martino e inesorabilmente dallo Chalet. L’ultimo baluardo.
Sa. Nel.