Mostruoso attacco USA, onore alla sen. Spilabotte
di Biagio Cacciola
Il disastro combinato dagli Stati Uniti, e alleati servili, nel mondo è sotto gli occhi di tutti. Anzi, la scomparsa del nemico storico della guerra fredda, l’URSS, ha come accentuato la voglia comunque di impiegare tutti i mezzi messi a disposizione dalla grande lobby militare yankee. Così abbiamo assistito a interventi e aggressioni militari in particolare in Medio Oriente. Dal 2003 gli Stati uniti hanno aggredito paesi laici come l’Iraq, la Libia, la Siria, provocato la nuova Russia di Putin, minacciato il governo di Teheran, rotto con la Turchia che pure è un paese Nato. Una strategia fallimentare che non ha visto soluzioni di continuità dalla cricca Bush a quella di Obama e, ora, del riccone ‘stranamore’ Trump. Un’escalation che preoccupa non poco Papa Francesco che, certo, non le manda a dire come si è evinto dalla sua posizione, per la visita di Trump in Vaticano mesi fa. Questo atteggiamento guerrafondaio ha fatto sì che l’alleato storico degli Usa, Israele, assumesse atteggiamenti ancora più arroganti con lo spostamento, annunciato, della capitale da Tel Aviv a Gerusalemme. Un quadro dalle tinte fosche che dovrebbe richiamare la classe politica italiana a un atteggiamento di mediazione e di inviti alla moderazione nei confronti dello zio Sam. Soprattutto quando fa delle porcate come il bombardamento in territorio siriano, ieri, delle truppe governative impegnate contro il terrorismo che ha causato più di cento morti. Ebbene nessuna voce di politici italiani si è alzata per denunciare questo ennesimo atto di guerra, né da destra, né da sinistra, evidentemente impegnati nelle discussioni da bar sport a cui si è ridotta la politica italiana. Per questo va dato onore alla senatrice Spilabotte che in un comunicato ha pubblicamente stigmatizzato l’attacco americano. Forse qualcuno si ricorderà che la sinistra negli anni settanta arrivava al governo soprattutto grazie alla mobilitazione antiamericana per il Vietnam. Se la ristudiassero la storia, non gli farebbe male.