Cani abbandonati, a Veroli costano 40mila euro
Cani abbandonati, a Veroli i randagi costano 40mila euro. Tanto ha sborsato il Comune negli ultimi due anni per mantenere i cani a Ceccano e a Giuliano di Roma. La città da tempo è alle prese con il randagismo e spesso nel centro storico si vedono randagi a spasso. Questi ogni volta devono essere catturati, trasferiti nei canili e affidati alle cure delle rispettive cooperative. Un problema che potrebbe essere affrontato diversamente, trovando sinergie pubblico-privato. Lo scopo principale è quello di evitare il fenomeno del randagismo e di risolvere le conseguenze dell’abbandono. Inoltre l’obiettivo che si pongono i canili è quello di assicurare una nuova famiglia agli animali presenti nelle rispettive strutture. Solitamente però si parla di canile quando gli ospiti della struttura sono soggetti giovani, se i soggetti sono anziani, invece, si parla di ‘ricovero’.
Possono essere pubblici o privati. Sovvenzionati dallo Stato, da enti intermedi oppure da privati o associazioni senza scopo di lucro. La realtà più diffusa in Italia è quella dei canili comunali, i quali offrono un alloggio temporaneo, cure mediche mediante i veterinari e sopratutto cercano per gli animali dei nuovi padroni per poter fare continuamente spazio all’interno di esso per l’arrivo di nuovi cani. E’ necessario, qualora si volesse offrire questo servizio, essere a conoscenza delle direttive in merito ai requisiti igenico-sanitari e legislativi, regolate dal Dpr. Numero 320 del 08/02/1954 e delle leggi regionali. Bisogna avere a disposizione un edificio idoneo e un nullaosta veterinario, rilasciato dalla ASL. Per la parte burocratica, bisogna chiedere l’iscrizione presso il registro delle imprese e successivamente presso la camera di commercio. È necessaria, inoltre, l’apertura di una partita IVA, di un conto per fini fiscali e il pagamento delle tassa di igiene ambientale. Avere però un canile in città è sinonimo di civiltà.
Sa. Nel.