Mafie nel Lazio-“Ciociaria colpita”
[one_third][/one_third] “Il report della DIA consegnato al Senato evidenzia l’esistenza delle mafie nel Lazio e di come infiltrino le proprie attività illecite in diversi settori: riciclaggio di denaro, droga, estorsione, gestione dei rifiuti – ha affermato il consigliere regionale Sara Battisti – Purtroppo anche la Provincia di Frosinone è colpita da questo fenomeno, ma è proprio partendo da questa consapevolezza che si possono gettare le basi per sconfiggere la criminalità organizzata. Dobbiamo affermare in tutti i settori la cultura della legalità: la conquista illegale, sotto ogni forma, inquina il tessuto economico, sociale e politico e compromette la vita democratica. Come amministrazione regionale vogliamo proseguire la lotta alla mafia, contrastando le economie criminali e mafiose, dando sostegno e risorse alle forze dell’ordine e proseguendo anche una politica di sensibilizzazione. Sensibilizzare significa anche, come fatto in questi mesi, dare valore ai luoghi simbolo della criminalità organizzata. Come fatto ad Ostia dove una ex sala di slot machine di proprietà degli Spada, bene confiscato, grazie ad un progetto della Regione Lazio, è divenuto luogo di prevenzione del gioco d’azzardo. La Regione Lazio in questi anni ha reso meno vulnerabile la macchina amministrativa rendendo trasparente i flussi di spesa, ha ristrutturato undici immobili confiscati e ha assegnato la gestione di una parte del patrimonio immobiliare sequestrato affinché questi luoghi possano diventare spazi ricreativi e di aggregazione per le giovani generazioni. Anche in Provincia di Frosinone è arrivato il momento di approfondire insieme alle istituzioni e alle forze dell’ordine la situazione e contribuire ad impiantare, seguendo quanto già fatto dalla Regione, una cultura della legalità – ha concluso Battisti – Da Vicepresidente della Commissione Consiliare che si occupa di lotta alla criminalità in collaborazione con il Presidente dell’Osservatorio Regionale per la Legalità, presieduto da Gianpiero Cioffredi, stiamo lavorando a progetti volti alla diffusione della conoscenza del problema e degli anticorpi da impiantare nella società ciociara”.