Coronavirus, combattiamo il capitalismo con Papa Francesco
di Biagio Cacciola
Il capitalismo, come una religione parallela, vive di culto. Di fatti feriali che si ripetono pedissequamente. Già Florenskij, grande filosofo e teologo russo lo definiva come religione di culto. Per lui il capitalismo è prima di tutto pratica e, solo dopo, teoria, ideologia.
Con la globalizzazione questo “culto” è diventato totalizzante. La controreligione “popolare” contro cui si batte strenuamente il papa. Se il cristianesimo non torna a essere un’esperienza più che una tradizione o un’ideologia, la pratica del capitalismo dilagherà sempre più. Con i risultati che osserviamo anche in epoca di pandemia. Soprattutto le imprese si sono spostate verso un modello non più comunitario, ma meramente contrattuale. La profezia di Marx che il capitalismo avrebbe fatto diventare tutto merce si è avverata. Per questo è necessaria una pratica diversa basata sui meccanismi di solidarietà e condivisione. Un mondo non “umano” sta vertiginosamente accrescendo se stesso. I modi per combatterlo sono nei suggerimenti che Papa Francesco non cessa di darci. Più pratica cristiana nelle relazioni, nel lavoro, nelle crisi, come quella che stiamo vivendo.