Incendio in Ciociaria, malattie e inquinamento flagellano il territorio
“L’incendio dell’Eureka a Piedimonte San Germano quale punto di svolta nella guerra alle malattie da inquinamento – ha affermato il dott. Giovambattista Martino, coordinatore Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente – Forse! Le prove generali lo scorso anno con l’incendio Mecoris a Frosinone. Il muro si sgretola. Forse! I segnali si avvertono. La conoscenza per tutti è un fatto. Più arduo nascondere, insabbiare e svincolare. A Piedimonte parametri sovvertiti, questo è certo. I medici sono arrivati prima, subito dopo l’incidente. Questa la rivoluzione, questo il ribaltamento. Da sempre, ad ogni latitudine, i medici rispetto agli orrori ambientali sono stati,a distanza di anni, i raccoglitori dei cocci, i ragionieri delle malattie inspiegabili, i pallottolieri dei tumori rarissimi diventati frequenti e ripetitivi e spesso negati nella genesi ambientale. Giungere quando il dramma è divenuto incomprimibile e quando morti e malati sono diventati incontenibili. Far saltare un coperchio mantenuto chiuso per anni, o peggio per decenni. Raccontare la malattia e la morte quando tutto è irrimediabilmente consumato. Questa l’usuale sequenza: Seveso, Mantova, Brescia, Porto Marghera, Taranto, Casale Monferrato, Terra dei Fuochi, Valle del Sacco, Anagni e tanto altro ancora. Diossina, Furani, VOC, Amianto, Particolato e tanto tanto altro ancora. Veleni in aria, in terra, in acqua. E’ la cronaca. Ma nel giugno 2019 a Frosinone con l’incendio Mecoris, ed in questi giorni a Piedimonte San Germano con l’incendio Eureka, è successo il contrario di sempre: i medici dell’Associazione Medici per l’Ambiente erano già presenti sulla scena ed hanno partecipato attivamente al percorso decisionale, affiancando i sindaci di Frosinone e Piedimonte. Per la Mecoris, grazie al monitoraggio continuo ed in diretta dei valori delle polveri sottili ed alla possibilità di rilevare in immediato i picchi di innalzamento delle concentrazioni delle PM, l’Associazione Medici per l’Ambiente ha fornito tutte le informazioni necessarie alle decisioni per la salvaguardia dell’incolumità dei cittadini nell’immediato e nel rispetto del diritto alla conoscenza del rischio salute in concomitanza dell’evento nefasto, senza i pericolosi ritardi dei giorni successivi. Mentre qualcuno tentava, da prassi, di minimizzare e di camuffare l’incendio attivo, sviluppatosi per cinque giorni di seguito, di un magazzino dove si stoccavano rifiuti di diverso genere, si chiudevano scuole, fabbriche, uffici, negozi e i cittadini rimanevano a casa, vista la puntuale informazione sulle reali condizioni dell’aria. Limitate così, al massimo, le esposizioni agli inquinanti. La salute più importante di una improbabile normalità funzionale ad altro. Per l’Eureka di Piedimonte San Germano, dopo i dati comunicati e le considerazioni espresse dai medici, la zona di salvaguardia indicata dalla Asl in due km dal luogo dell’incendio, è stata estesa a 10 km nella programmazione delle rilevazioni. Finalmente un ribaltamento innovativo secondo la richiesta avanzata dall’ Associazione Medici per l’Ambiente e fatta propria dal Sindaco di PSG e dal gruppo di esperti dell’Osservatorio “Teniamoci d’Occhio”: realizzare un piano di campionamento combinato, che impegni l’Associazione Medici Ambiente, l’amministrazione di PSG e la Asl in un piano di monitoraggio per la valutazione attuale ed immediata delle concentrazioni ematiche di diossina nei cittadini potenzialmente esposti, seguita da controlli seriati, ripetuti e accuratamente programmati nel tempo, con garanzia di controlli specifici, prescrizioni di stili di vita e precauzioni per le persone che risultassero positive alla contaminazione da diossina. C’è stata emissione di diossina, confermata dall’Arpa : 2,3 pg/m3,da 8 a 20 volte superiori ai valori tollerati dall’OMS : 0,1-0,3 pg/m3. Non poteva essere altrimenti con la combustione di pneumatici. Le diossine si accumulano nell’organismo, non vengono eliminate. Fondamentale ed imprescindibile il monitoraggio nel tempo dei livelli ematici del pericoloso interferente a partire da subito. Farsi carico fin dall’inizio della salvaguardia della salute. I cittadini al centro dell’attenzione monitorati nell’immediato. Bene le analisi del suolo, delle acque, dei prodotti zootecnici ed agricoli, ma l’usufruitore finale dell’alimento contenente diossina è l’uomo. Ed è proprio all’uomo, attraverso la ricerca nel sangue della diossina, che va data la priorità della prevenzione e della presa in cura in tempo utile, l’anticipazione e l’intercettazione dei problemi, la conoscenza per l’ evitamento del danno. Questa l’azione proattiva e di salvaguardia che vogliono i medici. Non certo la presa d’atto del danno tra 15 o 20 anni, dopo decenni di improbabile normalità. Perseguire la salute non attendere la malattia. Prevenzione e precauzione”.
Redazione Digital