Veroli, Peppe Garlaschelli e i suoi ragazzi ad un passo dallo scudetto
A Veroli tutti i giovani hanno giocato almeno una volta a pallacanestro ma solo alcuni nati nel 1987 e nel 1988 hanno sfiorato il titolo di campioni d’Italia. I ragazzi di Giuseppe Fiorini, alias Garlaschelli, hanno ottenuto il risultato più importante della storia del settore giovanile del Basket Veroli rischiando di vincere lo scudetto. Intervistato dalla direttrice di Area C quotidiano, coach Fiorini, tifoso laziale, racconta la sua esperienza da allenatore e anche da giocatore quando era uno dei più temuti playmaker dell’epoca.
Una vita con la palla a spicchi tra le mani, qual è il ricordo più bello da giocatore e da allenatore? «Da giocatore il fatto stesso di poter giocare a pallacanestro che considero in assoluto lo sport più bello e completo. Da allenatore stare con i ragazzi, farli crescere giorno per giorno. Forse questo è stato più bello dei risultati ottenuti».
La sua squadra ha disputato le finali nazionali a Lignano Sabbiadoro (UD), il punto più alto della storia del settore giovanile giallorosso. Come ha raggiunto questo successo? «Sicuramente il risultato più importante della storia del Basket Veroli anche perché il 90% della società remava contro. Ad oggi nessuno ha fatto meglio di noi. Un obiettivo centrato con i sacrifici dei ragazzi che mi sopportavano anche quattro ore al giorno e naturalmente dei loro genitori».
Cosa ricorda di quei giorni stellari? «Un obiettivo conseguito senza aver fatto una selezione. La squadra era composta quasi interamente da ragazzi di Veroli, 1987-1988. Perdere di pochissimi punti con i vicecampioni d’Italia e di soli due punti con la terza in Italia mostra il valore indiscusso di quel roster».
Chi era il più carismatico della squadra? «La forza di quel gruppo era il gruppo stesso. I componenti erano amici prima ancora di essere compagni di squadra, si conoscevano dalla nascita. Il più carismatico c’era, aveva una intelligenza tattica fuori dal comune però non svelerò il suo nome».
Il quintetto ideale dalla nascita del Basket Veroli ai giorni nostri? «Non è facile, Veroli ha avuto molti giocatori ma una squadra formata da cinque ragazzi 87/88, cinque 82/83 e cinque dei vecchi giocatori sarebbe una formazione ad alto livello».
La sua Lazio? «Abbiamo Immobile e quest’anno giocheremo la Champions League».