Vaccino, il Lazio «prenota» 1 milione di dosi Sputnik
Il vaccino russo Sputnik potrebbe essere prodotto e distribuito nel Lazio entro qualche settimana, dopo il via libera di Ema e Aifa. È quanto emerge da una videoconferenza tenutasi tra i medici dell’istituto Spallanzani, diretti da Francesco Vaia, e quelli del centro nazionale di ricerca epidemiologica e microbiologia N.Gamaleya di Mosca che ha messo a punto il vaccino, a cui stanno partecipando anche la responsabile Salute di un fondo russo di investimenti e i diplomatici dell’ambasciata russa in Italia.
A quanto si apprende dal meeting, la Regione Lazio, sarebbe intenzionata a richiedere un milione di dosi di Sputnik e sarebbe in procinto di sottoporre la proposta di procedere con il vaccino russo al governo già nel vertice in corso questa mattina tra i governatori e i ministri degli Affari regionali e della Salute Mariastella Gelmini e Roberto Speranza. I tempi potrebbero essere rapidissimi: entro due settimane Ema potrebbe già concludere l’analisi del vaccino, e a quel punto la tempistica per avere lo Sputnik sarebbe di una decina di giorni.
«Ho chiesto oggi durante l’incontro con le Regioni al governo di valutare anche la possibilità di produrre in Italia il vaccino russo Sputnik V su cui si è avviata la rolling review di Ema e comunque di valutare la possibilità già di opzionare il vaccino per farsi trovare pronti dopo l’eventuale via libera», spiega l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato. «Il direttore del dipartimento dello sviluppo dei progetti sanitari del Fondo russo di investimenti diretti (Rdif) Nina Kandelaki, ha dato la disponibilità sia all’opzione delle dosi, che a facilitare il dialogo per sviluppare la produzione del vaccino, ringraziando per la cooperazione scientifica tra lo Spallanzanie e l’Istituto Gamaleya di Mosca che firmeranno un protocollo d’intesa scientifico per una collaborazione stabile tra i due istituti», aggiunge D’Amato dopo l’incontro. «Inoltre Kandelaki ha dichiarato la volontà di mettere a disposizione tutto ciò che è necessario per consentire la produzione del vaccino in Italia – spiega D’Amato – Penso che questa disponibilità sia importante poiché abbiamo bisogno di tutte le munizioni possibili in questa guerra e soprattutto di utilizzare tutti i vaccini efficaci oggi a disposizione innanzitutto per la copertura delle varianti». corriere.it