Veroli, città dei gatti Giuseppe Fiorini li fotografa tutti e i micetti lo ringraziano
Laurea in Ingegneria civile, formatore in ambito informatico e consulente presso uno studio commerciale, da qualche tempo Giuseppe Fiorini fotografa gatti. Intervistato dalla direttrice di Area C quotidiano, Fiorini racconta la sua passione per la fotografia e per i felini.
Cosa rappresenta per lei Veroli? La mia città natale, sono innamorato di Veroli. Accogliente, ricca di bellezze artistiche e paesaggistiche e di gatti.
Nasce prima la passione per la fotografia o la passione per i gatti? «Ovvio, per la fotografia, ma a Veroli incontravo solo ‘4 Jatti” e mi sono dedicato a loro».
Quando e perché è diventato il fotografo dei gatti?
«Qualche anno fa, quando il mio Leo, non ne poteva più delle continue pose».
Durante le sue escursioni nei vicoli di Veroli chi incontra?
«44 gatti, in fila per 6 con il resto di 2. Principalmente gatti».
Come si comportano i gatti quando la vedono?
«Un po’ rassegnati, molti si sono arresi e “ringraziano”… Ma ancora ce ne sono che tentano, spesso invano, la via di fuga».
Usa inquadrature specifiche per fotografarli?
«È tutto molto casuale e spontaneo».
Ailurofobia, si racconta che Alessandro Magno e Napoleone ne soffrissero. Cose direbbe loro?
«Ad Alessandro Magno direi sicuramente che é stato un Grande. Tenendomi il beneficio del dubbio, dato che é riuscito a domare il terribile cavallo Bucefalo ma si sentiva mancare per un gatto. Napoleone é Francese… Non avevo dubbi».
Tra tante foto qual è la sua preferita?
«Quella del mio Leo ovviamente».
Il suo modello è Walter Chandoha?
«Non me ne voglia Chandoha, ma “gli Jatti de Vergli” sono più simpatici».
Favorevole alle colonie feline e alle gattare?
«Alle gattare… Molto intriganti».
Tutti i gatti avrebbero 7 vite ma gli anglosassoni sostengono ne abbiano 9. Quante vite hanno i gatti?
«I gatti italiani partono svantaggiati, le due di differenza servono per pagare il debito pubblico. Quindi vada per 7».