Vino senza alcol, in Italia il primo spumante per astemi
Si chiama Steinbock Alcol Free Sparkling. È il primo vino senza alcol prodotto da un famoso vignaiolo italiano. Si tratta di Martin Foradori, patron di Hofstätter, marchio storico dell’Alto Adige, produttore di celebrati Gewurztraminer e Pinot nero. Dal marzo scorso Consiglio, Commissione e Parlamento Ue discutono sulla possibile dealcolizzazione del vino. Come ha spiegato il parlamentare italiano più esperto in materia, Paolo De Castro, «la discussione è in corso, ma noi restiamo convinti che un vino senza alcol non può essere definito tale. Il Parlamento è contrario, anche se comprendiamo le opportunità commerciali e d’export che vini a basso tenore alcolico avrebbero in alcuni mercati».
Mentre l’Europa discute, dividendo le organizzazioni del vino tra favorevoli e contrari (anche a causa di una informazione non corretta su un presunto via libera all’aggiunta di acqua nel vino), Martin Foradori ha sganciato la sua bomba enologica. Uno spumante senza alcol prodotto con uve Riesling. Che sta vendendo oltre ogni ottimistica previsione. Per ora le regole europee non ci sono, ma esistono quelle nazionali: non si può chiamare vino il prodotto da fermentazione di uva senza alcol o sotto i 9 gradi alcolici. «La parola vino per l’alcol free – spiega Foradori – in altri Paesi viene usata, in Italia devi dichiarare questi prodotto come bevanda analcolica da vino de alcolizzato. Per la birra invece si può usare la scritta alcol free. In America questi vini esistono da 30 anni».
Il figlio di Foradori ha recuperato da un amico un alambicco di dealcolizzazione. Sono iniziati i test. «Sono stato entusiasta, tecnicamente è una distillazione in un contenitore con un sottovuoto. Tecnica normalissima. Siamo partiti con 20 mila bottiglie di potenziale, la nostra rete vendita ci sta spingendo a fare di più. Va bene per l’astemio, per brindare se devi guidare, abbassa l’alcol anche dello spritz. Ha poche calorie, quindi funziona per gli sportivi. È una buona bollicina fruttata e fresca. Abbiamo fatto una prova con un sito di vendite online: in due ore abbiamo venduto 120 bottiglie. Stanno arrivando gli ordini dei ristoranti su 120 bottiglie normali, ne acquistano in media 12 di Riesling alcol free. Il prezzo consigliato al pubblico è di 10,90 euro». Il dibattito sui vini-non vini per astemi è aperto.
Nettamente contraria la Federazione dei Vignaioli indipendenti. Aperturista, ma non per Doc e Igt, l’Unone Italiana Vini («sarebbe miope essere esclusi da questo mercato»), come l’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari che propone un nome: bevanda a base di vino dealcolato. Per Federvini, secondo una serie di interviste raccolte dal sito WineNews, «è corretto che si possa ottenere dal vino una bibita più appetibile, con minor alcol, e quindi più competitiva con altri prodotti, e mettere tutti i Paesi produttori nelle stesse condizioni». Un dato è certo: esiste un mercato enorme nel mondo di persone che cercano prodotti analcolici. «Noi ci rivolgiamo a chi non vuole o non può bere alcol – sostiene Foradori – con una bevanda di qualità in cui vengono preservate le qualità dell’uva. Il marchio è Steinbock Selection Dr. Fischer, l’azienda della Mosella acquistata dal produttore altoatesino. Lo stesso che nel marzo scorso ha fatto discutere organizzando un viaggio con un jet privato alla Romania all’Alto Adige per far arrivare le sue lavoranti, bloccate a causa del Covid. Una mossa per aggirare l’ostacolo, visto che il governo non aveva organizzato «corridoi verdi» per i lavoratori delle campagne. Anche questa volta, la mossa di Foradori con le bollicine senza alcol a base di Riesling farà discutere. corriere.it