Banconote da 500 euro, l’Italia chiede di eliminarle “Facilitano la criminalità”

Già dal 2016 la Bce aveva detto un primo addio alle banconote da 500 euro. Quell’anno infatti Francoforte aveva preso di la decisione di non stampare più nuovi biglietti di quell’importo, considerati dagli organismi di controllo uno strumento in grado di facilitare l’evasione fiscale e l’economia malavitosa. La cessazione definitiva dell’emissione risale al 1° gennaio del 2019. Adesso tuttavia, segnala il Sole 24 Ore , cinque Paesi europei — Italia, Francia, Spagna, Belgio e Olanda — vorrebbero compiere un passo ulteriore e mettere completamente fuori gioco i biglietti viola, privandoli del corso legale ed estromettendoli completamente dai circuiti di pagamento. Si tratta di una richiesta contenuta in un Position Paper inviato alla Commissione europea in estate, insieme alla presentazione del pacchetto di misure di contrasto al riciclaggio che comprende anche la costituzione di un’Autorità antiriciclaggio di cui l’Italia vorrebbe ospitare la sede.

Dal 2016 ad oggi la circolazione delle banconote da 500 euro è notevolmente diminuita, passando dai 612 milioni di pezzi del gennaio di quell’anno, pari a un controvalore di 306 miliardi di euro, ai 441 milioni di pezzi del gennaio 2020, cui corrisponde un controvalore di 220 miliardi di euro. Si tratta di un calo importante, in parte dovuto all’usura delle banconote, che di conseguenza vengono convertite in tagli più piccoli prima di andare perdute, ma anche una contrazione di circa un terzo del valore circolante ai Paesi proponenti non appare sufficiente. E questo nonostante la banconota da 500 euro presenti anche alcuni vantaggi. Tanto che nella rilevazione delle banconote contraffatte che risale al secondo semestre del 2019, i 500 euro viola risultano uno dei tagli meno falsificati. La percentuale in base al taglio sul totale delle contraffazioni ritirate dalla circolazione è pari all’1,4%, in pratica non più di 4.300 banconote su un totale di centinaia di milioni.

Ma il difetto della banconota da 500 euro è proprio il suo grande valore in rapporto al ridotto spazio fisico che occupa. Si tratta infatti di un taglio di valore 6 volte superiore a quello della seconda banconota più diffusa al mondo, il biglietto da 100 dollari che riporta l’effigie di Benjamin Franklin. E questa caratteristica facilita naturalmente il riciclaggio di denaro, il traffico di droga e le attività illecite in generale, l’evasione fiscale.

Un problema che era stato messo in evidenza già nel 2010 in Gran Bretagna, all’epoca membro dell’Unione europea. Da aprile di quell’anno infatti gli uffici di cambio del Regno Unito (dove naturalmente circolava la sterlina, visto che UK non ha mai pensato di aderire all’euro) avevano smesso di distribuire banconote da 500 euro proprio per i rischi di facilitare l’economia illegale. La Serious Organised Crime Agency dopo un’indagine durata circa otto mesi aveva infatti scoperto che circa il 90% delle banconote da 500 euro in circolazione nel Regno Unito erano nella mani delle organizzazioni criminali.

I Paesi europei che hanno presentato il Proposition Paper alla Commissione europea, consapevoli di questi rischi chiedono dunque alla Commissione «di impegnarsi con la Banca centrale europea per prendere in considerazione ulteriori passi in merito alla banconote da 500 euro, compresa l’introduzione di misure volte a un’eliminazione graduale per consentire la progressiva conversione da parte del pubblico in banconote di taglio più piccolo sotto la supervisione delle banche e della Banca Centrale». La lotta ai tagli maggiori fa parte infatti degli obiettivi di tracciabilità delle transazioni che quasi tutti i Paesi europei, e in particolare l’Italia, si sono dati proprio al fine di combattere l’evasione fiscale. corriere.it