Fa il saluto romano, falconiere dell’aquila Olimpia nella bufera “Fuori i fascisti dagli stadi”
Inneggia al Duce e fa il saluto romano insieme ad alcuni tifosi della Lazio. Il video è diventato virale sul web e Juan Bernabé, l’addestratore spagnolo dell’aquila Olimpia dei biancocelesti, è finito nella bufera. Pochi secondi per lo scempio, con in sottofondo anche un commento di un tifoso laziale: «Non ci credo, non ci credo», corredato con una risata.
È accaduto davanti alla tribuna Tevere dello stadio Olimpico, mentre i sostenitori capitolini cantano a gran voce «Duce, duce». Come da tradizione, l’aquila vola all’inizio di ogni partita della squadra di Maurizio Sarri. Un evento che accade dal 2010 – esattamente dal 22 settembre nella sfida con il Milan – e il suo nome è stato scelto con un sondaggio: nel ballottaggio finale erano arrivati i nomi Olimpia e Vittoria. Ed era stata, appunto, Olimpia a vincere.
Juan Bernabé è lo storico addestratore. È il falconiere spagnolo, che tra poche settimane compirà 54 anni. Così succede che dopo le vittorie, l’aquila Olimpia viene portata sotto la curva. Questa volta, però, l’addestratore ha conquistato la scena per un brutto episodio immortalato in un video che sta facendo discutere sui social.
La Lazio ha inviato una lettera di diffida alla società di cui il falconiere – non è un tesserato della società – fa parte. E con la quale il club biancoceleste ha un contratto. Al prossimo episodio analogo, scatterà la rescissione automatica. A suo tempo, infatti, la società aveva provveduto a inviare una lettera con il codice comportamentale (astenersi da forme politiche o razziste) a cui tutte le persone che rappresentano la Lazio (anche se non tesserati, come appunto il falconiere) devono attenersi.
Le prime condanne sono arrivate dai vertici delle comunità ebraiche italiane, con la presidente dell’Ucei (Unione comunità ebraiche d’Italia), Noemi Di Segni, che chiede a Lazio e Figc una presa di posizione: «Si intervenga, da parte della società e dalla Federazione, con la massima urgenza ed efficacia. Via i fascisti e gli odiatori dal mondo del calcio. Un odio che dal campo si propaga in ogni piazza. Non possono esserci ambiguità e tentennamenti». corriere.it