Veroli, Ricca e Spagnoli fanno il bis nelle Marche ottengono il primo posto
Veroli, Ricca e Spagnoli fanno il bis nelle Marche. In occasione del Festival della Scienza “Fermhamente” che si svolge ogni anno a Fermo, hanno ottenuto il primo posto. L’opera “Comunque adesso ho un po’ paura” è visitabile in Umbria, a Città di Castello (PG).
“Succedono cose per noi straordinarie, che ci lasciano esterrefatti – hanno affermato Ornella Ricca e Pietro Spagnoli – Vincere per il secondo anno consecutivo il primo premio nel Contest del Festival della Scienza “Fermhamente” procura una gioia difficile da descrivere, che ci ripaga di tanti anni passati a cercare di realizzare qualcosa di buono, di bello, di interessante. L’anno scorso fu scelta come vincitrice la nostra opera ‘EARTH, due parole sul futuro’ e caso rarissimo vincemmo anche il secondo premio con l’opera ‘Esercizi di Tramonto’. Quest’anno la giuria, che ringraziamo di cuore, ha scelto come vincitrice la nostra opera ‘Comunque adesso ho un po’ paura’.
“L’essere umano ha tre dimensioni: materiale, sociale e spirituale – hanno aggiunto Ricca e Spagnoli – Questi tre aspetti non posso essere divisi, tutte e tre devono essere presenti contemporaneamente. Nessuna di queste dimensioni può essere annullata ed il benessere della persona e dell’umanità passa attraverso l’equilibrio tra di esse. I principi da seguire per ottenere questo equilibrio sono ben descritti nei trenta articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, proclamata nel 1948 dall’Assemblea delle Nazioni Unite. Questo benessere è messo in pericolo quando la dimensione materiale cresce a dismisura, a danno delle altre. È questo il momento in cui il vortice smisurato di desideri e di bisogni materiali da soddisfare, cibo, oggetti, denaro e altro, rende inservibili i principi della Dichiarazione, riducendoli a carta straccia, o peggio, in cenere. È questo il momento in cui l’uomo diventa sempre più piccolo e inadeguato, rispetto alla dimensione del piedistallo che ha costruito e sul quale si è posto. L’installazione è formata da trenta ‘urne cinerarie aperte’, tante quanti sono gli articoli della Dichiarazione, su cui abbiamo composto e fissato i resti di cenere e carta bruciata della Dichiarazione. Completa l’installazione una colonna su cui è poggiato un busto di un uomo molto piccolo”.
Redazione Digital