Veroli, nuovi alberi niente più mare solo tante lacrime da versare
di Cesare Novelli
Via Scaccia Scarafoni era il mare di Veroli, era il tratto in cui durante l’anno, prevalentemente in estate, i bambini sognavano di essere sul litorale e non a ridosso delle montagne. Famiglie che mai avevano visto il mare, a Veroli erano molte, recandosi alla Civerta potevano percepirne quanto meno gli odori. Un profumo che è stato decapitato da una mano che in otto anni di amministrazione ha prodotto poco o niente.
Buttar giù in un solo colpo 80 pini non ha precedenti nella storia dell’umanità. La presunzione di certi politicanti è tale da aver creduto che i precedenti governanti fossero degli scellerati ad aver piantato pini anziché lecci.
Non sarà certo questa piantumazione da soli 10mila euro, qualcuno addirittura ha il coraggio di ringraziare l’amministrazione, a compensare il danno alla collettività che tra taglio, legna e asfalto ammonta a più di 150mila euro.
Soprattutto la perdita di 80 alberi che avevano più di cinquant’anni e che rappresentavano un polmone per Veroli rispetto ai ramoscelli piantati questa mattina in sostituzione.
Questo scempio perché qualche residente di San Leucio, alzando la voce, si è fatto rimborsare 50 euro dal Comune, addossando all’ente la rottura di un ammortizzatore. Come se sullo stesso ammortizzatore fosse scritto “Danno imputabile a via Scaccia Scarafoni di Veroli e non a via vattelappésca di Avezzano”.
I pini marittimi sono in tutta Italia, da nord a sud, nei paesi di mare e di montagna. I problemi legati alle radici prima di tutto si prevengono curando il verde. Di certo non si risolvono segando 80 esemplari. La letteratura agronomica grida vendetta.
Nella stessa zona, poco distante dai defunti pini, sorge un palazzo totalmente abbandonato. L’ex ospedale di Veroli. Nessuno in otto anni ha mosso un dito per recuperarlo e per valorizzarlo in qualsiasi modo. Un insulto alla storia della città e a quello che l’ospedale ha rappresentato per i verolani.
Si sa, l’ex ospedale è un dossier troppo complicato, non alla portata degli attuali amministratori che con rapidità però hanno chiesto 1 milione di euro alle banche per acquistare Palazzo Campanari.