Espulso ora rischia anche il Roland Garros, Djokovic torna in Serbia

Lo hanno accolto da eroe. Novak Djokovic, dopo quasi 24 ore di volo e uno scalo a Dubai, è atterrato a Belgrado quando erano circa le 12.15. Mentre a Melbourne si stava esaurendo la sessione serale della prima giornata dell’Australian Open, quella che l’avrebbe dovuto vedere protagonista contro il connazionale Kecmanovic (che ha invece battuto l’italiano Salvatore Caruso, lucky loser), Djokovic ha fatto ritorno nella sua Serbia quasi due settimane dopo essere partito alla volta dell’Australia perché in possesso di un’esenzione dal vaccino per poter giocare il torneo poi rivelatasi insufficiente. Non sapeva che sarebbe stato l’inizio di una vicenda che ha tenuto connesso il mondo con Melbourne per 12 giorni e che si è conclusa solo a poche ore dall’inizio del torneo.

Ad accogliere Djokovic fuori il terminal 2 dell’aeroporto Nikola Tesla, oltre a decine di giornalisti e telecamere (con cui però Nole non si è fermato, essendosi limitato al comunicato post-esclusione a seguito della decisione della Corte federale), anche tanti tifosi e tante bandiere serbe. I siti web parlano di «due settimane di torture», mentre per i fan «Novak resta il migliore del mondo e lo dimostrerà».

Quando potrà dimostrarlo, al momento non si può sapere: Djokovic, dopo l’espulsione dall’Australia, ha parlato di un «tempo per riposarsi e riprendersi» senza specificare la data del suo rientro, che andrà comunque confrontata con le restrizioni dei paesi che ospiteranno i prossimi tornei. Mentre Djokovic era in volo verso l’Europa, oltretutto, la Francia ha ufficializzato l’obbligo di green pass rafforzato anche per gli atleti provenienti dall’estero: dopo che in un primo momento sembrava probabile la creazione di un «corridoio» per i non vaccinati per permettere loro di giocare il Roland Garros, sono arrivate le parole della ministra dello sport Roxana Maracineanu. «Il passaporto vaccinale sarà obbligatorio per gli spettatori, ma anche per chi pratica sport, per gli sportivi professionisti, francesi e stranieri».

A Melbourne, intanto, il serbo Dusan Lajovic ha superato il primo turno battendo in cinque set l’ungherese Marton Fucsovics. E a fine match ha sventolato una bandiera serba con il volto di Nole. «Piaccia o no, è il più forte di sempre». corriere.it