È morto Luc Montagnier, Nobel paladino dei no vax 

«All’età di 89 anni (18 agosto 1932 – 8 febbraio 2022), il professor Luc Montagnier si è spento all’ospedale americano di Neuilly-sur-Seine. Il dottor Gérard Guillaume, uno dei suoi più fedeli collaboratori, ci ha confidato che se ne è andato in pace, circondato dai suoi figli». Così il sito francese France Soir, che aveva Montagnier tra i suoi collaboratori, ha dato mercoledì 9 febbraio la notizia della morte del premio Nobel per la medicina 2008. Dopo dubbi e smentite, la conferma è arrivata poi da Libération il giorno successivo, giovedì 10 febbraio: il quotidiano ha riportato la conferma di due fonti, una medica e una politica.

Negli anni, però, le posizioni di Montagnier si sono fatte sempre più controverse rispetto alla scienza e alla medicina ufficiale: da quelle sulla relazione tra vaccini e autismo, a quelle sullo stesso Aids, a quelle sulla cosidetta ‘memoria dell’acqua’ principio alla base dell’omeopatia, fino al passato recente su Covid-19, infezione rispetto al quale ha sempre sostenuto, riguardo all’origine e alla diffusione del virus Sars-CoV-2, l’ipotesi di un complotto ad hoc.

Nel 2009, infatti, Montagnier non esitava ad affermare in un documentario americano che negava l’origine virale dell’Aids, che “un buon sistema immunitario” è in grado di lottare contro l’Hiv. Ciò nonostante il suo nome fosse il primo dell’articolo pubblicato sulla rivista ‘Science’ nel maggio del 1983, che descriveva per la prima volta un retrovirus umano trovato in tutti i malati di Aids. Nel 2010, a circa 80 anni, Montagnier, trasferitosi à Shanghai, in un colloquio con la stessa rivista riferiva di essere impegnato in studi sulle “onde elettromagnetiche prodotte dal Dna a contatto con l’acqua”. Lavori da molti ritenuti “folli”, che hanno finito per screditare il virologo agli occhi della comunità scientifica.