Veroli, marito arrestato la moglie scende in piazza e lo difende
di Alfredo Gabriele
Un notaio di Veroli annotò quanto segue il 5 ottobre 1654. Un testimone oculare raccontò di essersi trovato presente al momento dell’arresto del Barigello della città “dal principio fino alla fine della cattura perché casa mia sta sopra quella dove abita il Barigello il quale essendo stato condotto prigioniero fino alle carceri quando
si dovette mettere dentro non si trovarono le chiavi della prigione che detto barigello aveva nascoste e non le voleva mai dare con dire che lui non le teneva. Per questo il signor Governatore fece chiamare il Barigello del Vescovo per farlo mettere dentro le carceri episcopali. In questo mentre essendo venuta Margherita moglie del
detto Barigello, la quale veniva dietro quello gridando et piangendo cominciò a contrastare con il detto Governatore, il quale disse più volte “Madonna andate a fare li fatti vostri e non me stare a infettare il corpo perché domani uscirà fino a quando si trovi che non habbi fallito. Et perché la detta Margherita qui seguitava a contrastare con il signor Governatore con ingiurie sino a dirli “Sbirro, Spia Becco futtuto haverai da fare con me con tutto che sia donniciola” e detto Governatore più volte le disse “Madonna mia levati di torno” e quella
in cambio di partire seguitava a ingiuriare il detto Governatore e gli anda va con le dita agli occhi e osò dirle altre villanie ch non mi ricordo. Per questo il Governatore le diede una spinta per levarsela di torno e quella cominciò a gridare perché teneva un figlio in braccio “Figlio mio m’hanno ammazzato questo figlio et perché non andava per andarsene via il signor Governatore salì in Palazzo con dirle “Se non fuddi donna te vursi dare un carico de legnate acciò fermassi questa linguacci”.