Veroli, chiuso anche il consorzio del pane uscite dal paese e prendete esempio da Tornareccio

di Marco Bussagli*

Esattamente un mese fa si teneva l’ennesimo Consiglio Comunale a Veroli. Un Consiglio importante perché all’attenzione dei Consiglieri era posto il D.U.P. Acronimo di quelli che piacciono al burocratese italiano per dire che un’Amministrazione degna di questo nome deve avere una visione ampia e lungimirante, giacché la versione in chiaro della locuzione tecnica indica il Documento Unico di Programmazione che estende il proprio arco cronologico sui tre anni successivi. Il documento inizia da un’analisi della situazione macroeconomica, ossia uno sguardo sul mondo con i suoi malanni e le sue sofferenze, dalla pandemia alla guerra. Tutte cose che ci potevamo risparmiare, ma questo è un altro discorso. Il testo passa poi all’esame del territorio e delle sue caratteristiche strutturali in senso edilizio e urbanistico con 165 km di strade comunali (S.C.), 70 provinciali (S.P.) e 10 statali (S.S.), cui si aggiungono gli edifici di proprietà del Comune. C’è poi la situazione demografica, che è drammatica perché a fronte di 140 nascite al 31 dicembre 2021, ci sono 275 morti, il che vuol dire che, a Veroli, ogni anno, la popolazione diminuisce di 135 unità in una spirale perversa che non fa bene al paese. A questo punto, nella mia ingenuità, mi sarei aspettato una programmazione che tenesse conto concretamente di questi dati iniziali, con lo sviluppo di strategie adeguate, anche perché nel documento c’è una parte che s’intitola per l’appunto Sezione Operativa. Invece, qui, troviamo l’elenco della programmazione degli interventi sulle opere pubbliche, come se l’unico modo d’incidere su una situazione di crisi che è sotto gli occhi di tutti – Fasti Verulani a parte, sbandierati come panacea di tutti i mali economici del paese –, fosse spingere sull’edilizia pubblica. Solo che pure qui vengono riproposte cifre mirabolanti che si trascinano di D.U.P. in D.U.P., con un tasso di realizzazione effettiva da valutarsi ottimisticamente intorno al 30%. Tutte queste cose le ho dette in Consiglio e dovrebbero essere a verbale. Così come ho detto che fra le linee programmatiche è, quanto meno ingenuo, per non dire del tutto inadeguato, scrivere che il D.U.P. ha come obbiettivo fare di Veroli «…una comunità unita e consapevole…» e adoperarsi perché ciascuno abbia la «…opportunità di concretizzare il proprio progetto di vita…», nonché inaugurare una «economia innovativa» che favorisca al meglio «le politiche giovanili». E chi può dire di non essere d’accordo? Ma è come dire che il Governo si adopererà perché tutti gli Italiani siano più buoni e più ricchi ! Già, ma come si fa per passare dalle parole ai fatti ? Anche questo ho detto al Consiglio Comunale e la Maggioranza ha subito ribattuto che, al solito, si tratta del giuoco dei ruoli e che l’Opposizione deve sempre dir male della Maggioranza. Non è così e ho fatto anche un esempio concreto, attingendo alla mia personale esperienza. Ho infatti spiegato che il giorno dopo il Consiglio sarei andato in Abruzzo, a Tornareccio, arroccato fra le aspre cime dei Monti Ferentani, di cui il Monte Pallano è il muto custode del paese. Un paese, perciò, non troppo diverso dalla nostra Veroli, disteso sulle colline adiacenti ai Monti Ernici. Solo che Tornareccio negli anni Trenta del secolo scorso ha intrapreso la strada dell’apicultura e oggi è uno dei trentanove comuni italiani facenti parte dell’Associazione Nazionale delle Città del Miele, abbracciando, così, un’economia di profilo globale che ne ha incrementato la ricchezza e il benessere. Invece, Veroli ha chiuso il consorzio del pane; ma anche di questo ho detto, insieme ai colleghi della Minoranza, a tempo debito, in un passato Consiglio Comunale. Non basta, però, perché grazie a una figura illuminata come Alfredo Paglione (uno dei più importanti collezionisti italiani, che ha raccolto opere d’arte donate per la realizzazione di due musei – uno a Pescara e l’altro a Chieti –, con capolavori che vanno da Mirò a De Chirico, da Giacomo Manzù a Renato Guttuso) ha trasformato Tornareccio nel “paese dei mosaici”, come spiega il Touring Club Italiano nell’elenco de “I borghi più belli d’Italia”, dove Veroli non compare. Ogni anno, con la collaborazione dell’Associazione Amici del Mosaico Artistico guidata dall’instancabile Elsa Betti, viene scelto un critico d’arte di livello nazionale e gli si affida la scelta di sedici artisti che devono realizzare un bozzetto ciascuno che abbia come soggetto miele e api da esporre per un mese al giudizio del pubblico. La gente di Tornareccio fa a gara per dare il proprio parere e votare l’opera che sarà trasformata in mosaico. Quest’anno ho avuto il piacere e l’onore di essere parte di questa splendida iniziativa che ha così raggiunto il ragguardevole numero di 101 mosaici. Vi si trovano nomi noti e importanti dell’arte italiana, da Aligi Sassu a Giosetta Fioroni, da Stefano Di Stasio a Claudio Bonichi che hanno trasformato il paese in un museo a cielo aperto perché il muro di ogni casa si presta ad essere un supporto espositivo. Quest’anno ha vinto Francesca Aristei, ma anche altri mosaici saranno realizzati dai bozzetti di, Enrico Benaglia, Raffaella Benetti, Alexandra Bulgova, Michelangelo Mammoliti, tutte eccellenze della pittura italiana del XXI secolo. Allora, a volte, perciò, … basta copiare. 

*Consigliere comunale di Veroli e professore Accademia di Belle Arti di Roma