Ucciso e fatto a pezzi, testa gambe e braccia messe nei sacchetti arrestata sua moglie
Svolta nelle indagini sull’omicidio dell’albanese 71enne Shefki Kurti, il pensionato albanese ucciso e fatto a pezzi a fine luglio in Polesine. La Procura di Rovigo ha chiesto, ed ottenuto, l’arresto per omicidio volontario per la moglie della vittima, Nadire Kurti. I dettagli saranno resi noti in conferenza stampa stamattina al comando provinciale di Rovigo dei carabinieri ma, da quel che si apprende, la donna è in arresto e piantonata all’interno del reparto di psichiatria dell’ospedale di Rovigo: ha confessato il delitto. Era stata ricoverta il 12 agosto scorso per disturbo delirante della personalità. La vicenda è iniziata la mattina del 28 luglio scorso quando, in prossimità delle chiuse del canale Adigetto a Villanova del Ghebbo, alcuni tecnici addetti alla pulizia del canale hanno trovato una gamba umana. Lo stesso giorno più a monte del corso d’acqua e precisamente a Lendinara, vengono trovati due sacchetti. Dentro ci sono la testa e il busto di un uomo. Il terzo ritrovamento avviene nel pomeriggio dello stesso giorno. A Villanova del Ghebbo, poco lontano da dove era stata trovata la gamba, in altri due sacchetti vengono trovate due braccia. Tre giorni dopo, il 31 luglio e sempre nell’Adigetto tra Lendinara e Villanova, viene trovata anche la gamba mancante. La famiglia di Kurti, che non lo vedeva da domenica 24 luglio, giorno in cui l’anziano se ne era andato di casa dopo un litigio con la moglie, ha formalizzato la denuncia di scomparsa. Il corpo è stato attribuito con certezza a Shefki Kurti da un segno particolare, ovvero un tatuaggio che l’albanese aveva in una gamba, l’ultima ritrovata nell’Adigetto. Shefki Kurti e la moglie Nadire erano arrivati in Italia nel 1991. Inizialmente erano andati ad abitare a Villanova del Ghebbo, e Kurti aveva iniziato subito a lavorare come manovale. La coppia poi si è trasferita a Badia Polesine, sopra il capannone di una rimessa, in un dignitoso appartamento ristrutturato. I due hanno avuto due figli, Alketa che vive in Svizzera e Arben detto Benny che abita a Masi. Quest’ultimo lavora come dj nelle discoteche del posto. Arben ha preso in gestione il Manfredini, la storica sala da ballo di Badia, che poi è stata trasformata nel club Malibù che sotto la sua guida è diventata «Il Babylon». Ora la scolta nell’indagine, con l’arresto di Nadire Kurti. corriere.it