Regionali, il presidente della Croce Rossa candidato del centrodestra nel Lazio

È arrivato intorno alle 21 il comunicato congiunto del centrodestra per ufficializzare il candidato alla presidenza del Lazio. Confermato Francesco Rocca, presidente della Croce rossa: «Tra le autorevoli proposte pervenute – è la motivazione della scelta – l’avvocato Rocca rappresenta una sintesi di grande esperienza amministrativa della quale la Regione ha urgente bisogno. Una garanzia di assoluta capacità e competenza per i cittadini del Lazio». Il nodo è stato sciolto dopo ore di suspense (l’annuncio era previsto alle 18) con la premier, Giorgia Meloni, che alla festa di Hannukkah sembrava voler prendere altro tempo: «Stiamo finendo le interlocuzioni, spero che nelle prossime ore avremo un nome. Per me è molto importante la condivisione con gli alleati». In mattinata è emerso il primo indizio che l’accordo su Rocca fosse ormai chiuso, quando il capo della Cri ha rassegnato le dimissioni attraverso un lungo messaggio ai volontari: «Ho scelto di mettermi a disposizione del territorio, come esperto di sanità pubblica (nel 2003 è stato commissario straordinario dell’ospedale Sant’Andrea, ndr) penso di poter portare un valore aggiunto: ho accettato una nuova sfida in cui credo fortemente». Subito dopo ecco arrivare le prime reazioni: «Sarebbe un’ottima scelta – ha commentato il segretario della Lega, Matteo Salvini -, i cittadini di Roma e del Lazio sarebbero in ottime mani». Tra i sostenitori anche l’ex sindaco, Gianni Alemanno: «Rocca ha un lungo cursus honorum dentro la sanità regionale, inoltre da presidente della Cri ha dimostrato una notevole capacità di mediazione, di dialogo politico e spessore culturale». E però, nel centrodestra ieri serpeggiava una punta di malumore sulla gestione della vicenda, tirata troppo per le lunghe: «L’indicazione del candidato non è soltanto un’operazione di bandiera, ma un passaggio fondamentale per la composizione delle liste». Nel frattempo, il lavoro propedeutico era già iniziato: secondo i rumors, Rocca si sarebbe già mosso chiedendo ampio margine di libertà nel condurre la partita. L’ipotesi Rampelli (nella terna di nomi condivisa con gli alleati anche Nicola Procaccini) sarebbe stata accantonata per vecchie ruggini con «il cerchio magico», l’entourage ristretto più vicino alla premier: «La battuta che gira – rivela una fonte di centrodestra – è che non volevano uno Zaia (Luca, governatore leghista del Veneto, ndr) del Lazio». A giorni dovrebbe arrivare anche la scelta del candidato del M5S, un profilo civico pronto a lanciarsi in politica nonostante le scarse probabilità di successo: lo scouting finora si è rivelato complesso proprio per la scarsa appetibilità di una battaglia tutta in salita con la prospettiva, quasi certa, di arrivare terzi. L’unico a essersi portato avanti con la campagna elettorale è Alessio D’Amato, sostenuto da Pd e Terzo Polo, in quello che si preannuncia come il «derby» della sanità: giovedì presenterà il comitato elettorale che promuove la sua candidatura, alla quale hanno aderito anche Demos, i socialisti, +Europa, Europa verde e le componenti civiche. Al programma stanno lavorando Alessandra Sartore e Gian Paolo Manzella. corriere.it