Niente più latte fresco nei supermercati, troppi sprechi e aumento dei prezzi
Troppi sprechi in negozio e nella distribuzione, troppo latte che resta in frigo e poi sono cambiate le abitudini delle famiglie che non fanno più la spesa tutti i giorni e, soprattutto dopo la pandemia, vanno alla ricerca di prodotti con un’aspettativa di vita più lunga. Per questo Granarolo sta valutando la sostituzione del latte fresco con un nuovo prodotto pastorizzato con una data di scadenza a dieci giorni. Un’aspettativa di vita molto più lunga rispetto al limite imposto dalla legge italiana, unica in Europa, che fissa in sei giorni il termine massimo per ottenere il marchio “latte fresco”. «È il mercato che ha scelto», dice il Gianpiero Calzolari, il presidente della cooperativa bolognese composta da circa 600 allevatori di 12 regioni italiane con un fatturato complessivo da oltre 1,2 miliardi. «Le norme sul latte fresco sono inadeguate, noi abbiamo chiesto senza successo di cambiarle. Ma il mercato è più intelligente e si è adeguato da solo — aggiunge Calzolari —. Il consumatore sceglie sempre di più cibi con una durata più lunga, perché non fa più la spesa con la stessa frequenza di prima. E poi c’è un tema di sostenibilità, buttare un litro di latte è un crimine». In questi mesi, la società ha testato il nuovo latte pastorizzato. Gli assaggiatori non hanno trovato, a occhi chiusi, differenze tra le due bevande in termini di gusto e i valori nutrizionali sono mantenuti. Finiti i test, ora i dati di vendita in negozio confermano la preferenza verso il latte che dura di più. «I risultati sono molto positivi, abbiamo già una riduzione dei resi. Anche le catene della grande distribuzione hanno gli stessi riscontri, anche loro chiedono più latte a dieci giorni», continua Calzolari. Probabile, a questo punto, che la sostituzione avvenga nel corso del 2023. «La nuova confezione ha un migliore impatto ambientale, il tappo riduce la plastica del 35% e non si stacca dalla bottiglia come prevede l’Unione europea». Detto del latte, il gruppo — che ha appena scelto come testimonial il nuotatore plurimedagliato Gregorio Paltrinieri — continua a lavorare allo sviluppo di nuovi prodotti. Per questo ha in programma di costruire un grande centro dedicato all’innovazione. «Da tempo abbiamo iniziato a lavorare con processi verticali sulla sostenibilità, questo vuole dire coinvolgere non solo la ricerca, ma anche logistica, parte agricola e filiera zootecnica» aggiunge Calzolari. A tutto questo sarà dedicato il nuovo Innovation center che «sorgerà di fianco al nostro stabilimento di Bologna, speriamo di inaugurarlo entro il 2024». L’emergenza più stringente, invece, è quella della siccità. «Se non piove, mancano i foraggi e quindi mancano i prodotti. Oggi non c’è un problema di mancanza di latte, ma non è escluso che ci sia in futuro — conclude Calzolari —. Quando l’acqua c’è, poi, non riusciamo nemmeno a trattenerla, è una vera assurdità. Per questo è necessario avere più bacini. Dopo la crisi dell’anno scorso abbiamo sentito tante chiacchiere, ma non c’è stata una vera iniziativa. Ci vuole una maggiore tempestività, la siccità è un’emergenza e va trattata come tale». corriere.it