Frosinone, l’ex sindaco Ottaviani bacchetta Marzi sulla Monti Lepini “Non accetta la sconfitta”

“Capita che la sconfitta ed alcune volte il voto popolare siano mal digeriti, ma se Marzi e compagni sono ancora in questa condizione, anzi in questo loop politico, a distanza di un anno dalle amministrative, allora la situazione non è seria, ma è sicuramente grave”. Così l’ex sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, replica alle accuse di Domenico Marzi, capogruppo dell’omonima lista di opposizione, presente in consiglio comunale, sul debito relativo alla sentenza sull’appalto della Monti Lepini. “Il giudice civile – continua Ottaviani – ha semplicemente preso atto dei lavori effettuati da parte dell’impresa, stabilendo qual è il corrispettivo da versare da parte del Comune, ma non ha potuto chiarire nulla nel merito dei prospettati reati che avevano dato origine al rapporto tra il Comune, alcuni soggetti pubblici e l’impresa privata, nella fase dell’aggiudicazione. Vicenda questa affrontata, invece, dal Tribunale penale di Frosinone che, il 5 ottobre 2021, non solo non ha emesso alcuna sentenza di assoluzione su quei fatti, ma ha dichiarato la mera prescrizione. Prescrizione non rinunciata, peraltro, dagli stessi imputati. Il collegio penale, infatti, a pagina 10 della sentenza stabiliva che “a monte delle imputazioni per entrambi i reati contestati di turbata libertà degli incanti e di corruzione, la condotta più recente è quella riferita al 16 maggio 2012… Ciò detto, considerato che dagli atti non emerge in maniera evidente l’insussistenza di tale fatto o che gli imputati non lo abbiano commesso non resta che pronunziare la declaratoria di non doversi procedere perché i reati contestati sono estinti per intervenuta prescrizione”. Eppure questa vicenda dovrebbe essere ben nota a Marzi, il quale nel 2021 assisteva una delle parti del processo e, quindi, oggi dovrebbe astenersi da certe asserzioni gratuite, se non altro per evitare possibili conflitti di interesse, quale pubblico amministratore. Per non parlare di quando, nel 2012, dal palco di piazza Garibaldi, durante le elezioni, insieme all’allora segretario regionale di Di Pietro Maruccio, sventolavano alcuni atti della vicenda giudiziaria della Monti Lepini, contro l’ex sindaco, con posizioni non proprio garantiste. La verità è che la Monti Lepini è un’altra patata bollente, ereditata dalle amministrazioni precedenti al 2012 e richiama, in questi giorni, l’inveterato vezzo di una certa sinistra, secondo la quale le sentenze per gli avversari si applicano, mentre per gli amici si interpretano. Sempre che Marzi non ci ricordi che lui, con la sinistra, non c’azzecca proprio nulla. Alla Di Pietro, tanto per intenderci”.

Redazione Frosinone