Orsa Jj4 in prigione, “Mangia frutta ma è chiusa nella sua tana”
Il racconto dell’onorevole Michela Vittoria Brambilla che venerdì mattina si è recata al Centro di recupero della fauna alpina di Trento per verificare le condizioni di JJ4: «Mangia frutta, ma è rinchiusa nella sua tana, lontana dai suoi cuccioli». Anche M49-Papillon sta bene. «Vederla dentro una gabbia, mi ha fatto molta tenerezza». A raccontare le condizioni di JJ4, l’orsa responsabile della morte di Andrea Papi, è l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e fondatrice della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente (Leidaa). La deputata animalista si è recata questa mattina al Casteller di Trento per verificare le condizioni di salute dell’animale responsabile dell’aggressione e della morte del runner Andrea Papi. «Sono arrivata alle 9.30 di questa mattina e sono rimasta fino alle 12.30 per monitorare la situazione: in questa struttura, infatti, si trova anche M49 — soprannominato «Papillon» — che tanti hanno dimenticato. Lui sta bene: era sdraiato in mezzo al boschetto, nella zona esterna della sua “tana”, e ha a disposizione un ampio spazio in cui muoversi in un territorio di circa 5mila metri quadrati. Non può ovviamente scappare, perché le pareti della zona esterna sono molto alte e sono costituite da un materiale che non permette di arrampicarsi. Non può — fortunatamente — farsi del male perché non c’è corrente elettrica. Si è mostrato tranquillo e non ha dato segnali di aggressività. JJ4, invece, è posizionata in un’area più piccola, in attesa che si abitui alla cattività: nella tana, buia e nascosta, si sente più sicura, ma non può comunque accedere alla parte esterna. Già dal primo giorno in cui è stata catturata si è nutrita e ha un vasca a disposizione per fare il bagno», racconta al Corriere della Sera Brambilla. Nel complesso «sta bene, ma è traumatizzata, spaesata e impaurita — non capisce ancora cosa le sta succedendo — , perché lontana dai propri cuccioli. Fisicamente sta bene, magia le mele che le piacevano tanto anche prima, ma non è nel suo habitat. Prima di aprirle una parte di bosco bisogna aspettare che acquisisca una parte di abitudine alla captivazione. Mi impegno a continuare a vigiliare sulla loro incolumità. Ringrazio il corpo forestale di Trento e il personale del Casteller per il loro impegno. Certo, non dobbiamo dimenticare che questi animali vivono in uno spazio in cui non sono più liberi, in una prigione. Quanto successo è molto triste e rivolgo ancora una volta il mio cordoglio alla famiglia del giovane che ha perso la vita — aggiunge l’norevole — . Certo, tutto questo si poteva evitare». Di fronte a JJ4, Brambilla non ha potuto che ribadire la promessa che da anni porta avanti a favore del benessere degli animali: «Osservando questa mattina il suo musone, ho pensato: “Ti prometto di salvarti e farti tornare libera. L’hai fatta grossa, ma ti faccio una promessa. Non dobbiamo dimenticare che JJ4 ha 17 anni e vorrei che terminasse la sua vita in libertà, lontana dalle sbarre e da spazi ristretti. E lontana dall’abbattimento. Si trova, in fondo, in una situazione simile a quella dei cani costretti nei canili». Pochi giorni fa l’onorevole aveva ribadito come fosse necessario «rimettere la gestione di questo piano interregionale di ripopolamento dell’orso bruno in mano agli esperti» e far sì che la politica facesse «un passo indietro dato il suo fallimento. Bisogna mettere segnaletiche, bisogna avere il coraggio di chiudere i sentieri off-limits per i cittadini là dove si sa che ci sono orsi con i cuccioli. Purtroppo gli orsi sono stati ripopolati nel 2000 e nel 2004 la Provincia autonoma di Trento ha incredibilmente avocato a sé la gestione degli orsi togliendola al ministero, all’Ispra e al Parco dell’Adamello, ma non ha messo in campo nessuna delle iniziative necessarie come fatto, per esempio, dal Parco Nazionale dell’Abruzzo, dove gli orsi convivono tranquillamente con i cittadini senza nessun incidente». corriere.it