In sella al suo cavallo per andare al lavoro, “Sono senza macchina e senza smart working”

Per arrivare puntuale e timbrare il cartellino alla filiale della banca nel centro di Cesena di prima mattina è salita in sella al suo cavallo bianco. Il motivo? Stando al suo racconto i suoi capi non le avrebbero concesso qualche giorno di smart working che aveva chiesto forte di un contratto che permette ai dipendenti di lavorare da casa. Lei è Tabita Gurioli, titolare della scuderia “L’oasi delle emozioni” a Mensa Matellica, frazione del Ravennate, ed istruttrice di equitazione esperta. «Visto che non mi è stato garantito un diritto sancito dal contratto che prevede la possibilità di usufruire di otto giorni di smart working al mese ho pensato a una forma di protesta tanto pacifica quanto esemplare». È successo tutto la mattina di venerdì 21 aprile. In sella al suo cavallo la donna ha percorso non pochi chilometri. Tabita Gurioli vive a Forlì e lavora a Cesena, da dieci anni è titolare della scuderia nella piccola frazione di Ravenna. Da qui, da Mensa Matellica è partita di prima mattina alla volta di Cesena. «Ci ho messo ben più di due ore ma è stata una passeggiata fantastica, nella natura, lungo il fiume Savio. Non era necessario nessun permesso, la mia protesta è stata pacifica e non ha violato alcuna norma». Il suo cavallo, mentre lei era al lavoro è stato “parcheggiato” nei locali del vicino ippodromo di Cesena, una struttura considerata all’avanguardia. «Avevo chiesto due o tre giorni di smart working perché non posso utilizzare l’auto in riparazione. Io vivo a Forlì in una zona in cui per arrivare a Cesena l’auto è indispensabile». Dalla banca le sarebbe arrivata la richiesta di recarsi a lavoro con i mezzi pubblici o di sfruttare le ferie per poter restare a casa. «Non le utilizzo di certo per questi motivi. Abbiamo otto giorni di smart working al mese a disposizione come dipendenti ed è un mio diritto poterne usufruire. Invece tanti dipendenti sono osteggiati e questo diritto non viene garantito. Specifico che la mia protesta non è contro la banca in questione, ma contro certe personalità». corriere.it