Un po’ di Parigi in Ciociaria, scalinata del centro intitolata a Stéphane Grappelli
Il 4 agosto alle 18 si terrà la cerimonia ufficiale di intitolazione a Stéphane Grappelli della scalinata che va dalla Via Alcide De Gasperi a Via Calasanzio. La targa, predisposta dal comune, recita: Scalinata Stéphane Grappelli (Parigi 1908-1997). Violinista jazz, Alatrino di adozione”. Saranno presenti il sindaco Maurizio Cianfrocca, il consigliere delegato alla cultura Sandro Titoni, il consigliere Presidente della Commissione Toponomastica Tiziano Latini, il presidente dell’Associazione Gottifredo Tarcisio Tarquini. Dopo la cerimonia di scoperta della targa, l’evento continuerà sul palco di Piazza Santa Maria Maggiore, alle ore 19.00, con lo spettacolo “Da Alatri con amore. Stéphane Grappelli e il suo violino”, il racconto, tra musica e parole, della vita del violinista jazz che fece capire al mondo che il violino poteva avere una vita oltre la musica classica e gli spettacoli gitani, scritto da Vanessa Cremaschi. Insieme a Vanessa Cremaschi, voce narrante, violino e voce, sarà sul palco il chitarrista Andrea Parente. L’evento musicale, che apre il Festival “AlatriJazz 2023”, è organizzato con la collaborazione della Associazione Gottifredo, che negli anni passati ha dato vita a numerose iniziative per celebrare il grande musicista, la cui famiglia era originaria di Alatri, e ha pubblicato l’edizione italiana della sua autobiografia, In viaggio con il mio violino, tradotta da Paola Rolletta. “Siamo davvero felici di poter intitolare e quindi fissare nella memoria delle generazioni presenti e future, questa scalinata a Stéfane Grappelli – ha affermato il sindaco Maurizio Cianfrocca – Un virtuoso del violino, capace di creare sonorità uniche e di altissima classe. Uno dei più grandi, se non il più grande in assuluto, violinisti jazz del ‘900. Alatri è fiera di aver vissuto nel cuore di un musicista internazionale e, chissà, di averne potuto ispirare qualche composizione, fiera di aver “adottato” un maestro di indiscussa fama”. Stephane Grappelli nacque a Parigi il 26 gennaio del 1908, da Ernesto Grappelli, traduttore e pubblicista, e da Anna Emilie Hanoque, di St. Homer, vicino Calais. Imparò a suonare il violino molto presto, un violino di seconda mano che il padre gli aveva regalato. La sua fu una vita ricchissima di successi, di collaborazioni, di invenzioni musicali. Insieme a Django Reinhardt fondò il Quintette du Hot Club de France, nel 1934. Collaborò con i più grandi musicisti del Novecento, da Coleman a Hawkins, da Oscar Peterson al violinista classico Yehudi Menuhin fino ai Pink Floyd. Fu nel 1953 che Stéphane venne per la prima volta ad Alatri, dopo aver accettato un ingaggio dalla sua amica Bricktop che aveva aperto un night-club in Via Veneto, a Roma. Ad Alatri voleva incontrare le sue radici. Quando arrivò portava la foto di suo padre e dei suoi nonni. E il violino, il suo talismano, “l’itinerante compagno – scrive Tarquini nella postafzione di In viaggio con il mio violino – di un ragazzo povero che, diventato adulto e famoso, cerca le sue radici per non perdersi, per comprendersi. E le rintraccia in una periferia della provincia italiana, dentro una torre che, forse per caso, porta il suo nome, pur depurato della “i” finale francesizzata da un accento, spia della sua emigrazione e segno identitario, ridotto al grado zero, di un artistico vagabondaggio. Radici ben piantate in un giardino che adesso conserva – e sarà così per sempre – l’ultimo, resistente, sbriciolato sedimento materiale della sua anima”. Nella sua casa parigina Grappelli conservava opuscoli e libri su Alatri e continuava a mantenere rapporti con il suo amico Gino Minnucci, cultore delle memorie della città. Morì il 1 dicembre del 1997. Le sue ceneri vennero sparse in varie parti del mondo, anche ad Alatri, nel giardino del Palazzo che porta il nome della sua famiglia. Stéphane ha così voluto che il suo spirito vivesse anche nella città di suo padre, dove da oggi una scalinata che collega il centro storico alla parte nuova porta il suo nome e gli rende l’omaggio di tutti i suoi “concittadini”.
Redazione Alatri