Sesso a pagamento con un ragazzo e cocaina, prete denunciato

Sesso a pagamento, denunce per possesso di droga, minacce a un ragazzo con il quale avrebbe trascorso serate hot e un viado in preda ad allucinazioni che farnetica dalla sua finestra. È la sintesi dell’estate sopra le righe di un parroco 65enne del Basso Garda, appartenente alla Diocesi di Verona, ma che da anni vive in un popoloso centro della sponda bresciana del lago. Sembra la trama di qualche pellicola trash, invece è la realtà di quanto sta accadendo nelle ultime settimane. Una storia, in realtà, che va avanti da qualche anno. Ovvero da quando il 65enne – stando alla denuncia di un 31enne venezuelano – avrebbe conosciuto il barista sull’applicazione “Grindr”. «Mi ha chiesto di avere una prestazione sessuale a pagamento», dice il giovane (che ha accettato perché faceva fatica ad arrivare a fine mese). Lo stesso giorno i due si sarebbero incontrati nell’appartamento del parroco sul Benaco per consumare un rapporto sessuale e il sudamericano si sarebbe fatto pagare 600 euro. Questi incontri si sarebbero ripetuti altri tre volte, con tanto di pagamenti tramite bonifici. Poi il parroco e il 31enne non si sono più visti, per circa un anno. Ma nel 2023 il prete avrebbe ricontattato il barista tramite “Grindr” e lo avrebbe incontrato altre due volte: «Mi ha consegnato un assegno di 800 euro la prima volta e la seconda doveva darmi 400 euro che non mi ha più consegnato». Da quel momento, nonostante il mancato pagamento, il parroco avrebbe minacciato (con tanto di messaggi audio) il giovane che a maggio si è convinto a sporgere denuncia. Ma l’impressione, come dimostrato da quanto accaduto  nella notte tra martedì e mercoledì, è che in questa vicenda non vi siano coinvolti soltanto il prete e il sudamericano. Del resto il viado  nudo che tre giorni fa urlava dalla finestra dell’abitazione del parroco, non sarebbe stato solo in casa del sacerdote, ma erano presenti altri tre giovani: dopo il salto il giovane è fuggito ed è stato rintracciato poco dopo dai carabinieri, ma nei suoi confronti non c’è alcuna denuncia. A tutto ciò, come se non bastasse, si aggiunge la perquisizione nell’abitazione del prete dove gli agenti del Commissariato hanno rinvenuto cocaina e un bilancino di precisione. Tanto è bastato per denunciarlo per possesso, ai fini di spaccio, di sostanze stupefacenti. Ma l’incessante via vai di persone dalla casa sul lago del prelato sembra essersi interrotto. Nelle ultime ore il prete sarebbe irreperibile, mentre a giugno dello scorso anno, come riportato nel bollettino della Diocesi veronese, “per motivi di salute”, aveva rinunciato ai suoi incarichi nella cittadina del Basso Garda. corriere.it