Uccisa con 20 coltellate davanti all’ingresso del palazzo, fermato l’ex compagno
Svolta decisiva nell’indagini sull’omicidio di Rossella Nappini, l’infermiera di 52 anni uccisa a coltellate nel pomeriggio di lunedì al Trionfale. Nella notte gli investigatori della Squadra mobile hanno fermato un cittadino marocchino di 45 anni fortemente indiziato di aver ucciso la donna con almeno 20 fendenti nell’androne dell’abitazione della madre in via Giuseppe Allievo. Il provvedimento è stato preso in accordo con la procura. Fin dai primi momenti la figura del nordafricano era emersa con particolare importanza nelle indagini sulla morte dell’infermiera dell’ospedale San Filippo Neri. Non si esclude che quest’ultima abbia avuto una relazione con il presunto assassino o comunque abbia subito le attenzioni dell’uomo. Proprio la cinquantaduenne infatti sarebbe stata vittima di episodi di stalking di recente che non aveva però denunciato: non si esclude anche che abbia subito il danneggiamento dell’auto parcheggiata sotto casa. Per tutta la notte la polizia ha interrogato decine di persone fra familiari e amici, anche colleghi di lavoro dell’infermiera. Sentito con particolare attenzione anche l’ex compagno e padre dei suoi due figli dal quale si era separata 2021. Quest’estate l’infermiera era andata a vivere a casa della madre per accudirla. Lunedì pomeriggio stava uscendo per andare a fare la spesa quando si è trovata di fronte l’uomo che l’ha uccisa a coltellate fuggendo subito dopo. Il marocchino, che è stato condotto in questura, è stato interrogato e quindi condotto in carcere accusato di omicidio volontario nei prossimi giorni comparirà in aula davanti al gip per la convalida del fermo. Le indagini tuttavia non sono ancora concluse ci sono alcuni punti da chiarire nella vicenda. corriere.it