Corte costituzionale, il nuovo presidente è Augusto Barbera ex deputato del Partito comunista
Augusto Antonio Barbera è il nuovo presidente della Corte costituzionale. La Consulta riunita in camera di consiglio, infatti, lo ha eletto all’unanimità con una sola scheda bianca. «Vari commentatori scrivono che ci sarà assalto all’ indipendenza della Corte da parte della maggioranza. È un allarmismo di un costituzionalismo ansiogeno che non è in linea con le regole vigenti. Oggi non è possibile nessuna occupazione della Corte costituzionale» spiega Barbera nella conferenza stampa dopo la sua elezione. Il neopresidente rimarrà in carica per circa un anno: il 21 dicembre 2024, infatti, scadrà il suo mandato di nove anni di giudice costituzionale. Barbera ha nominato vicepresidenti della Corte i giudici Franco Modugno, Giulio Prosperetti e Giovanni Amoroso. Giurista di fama, autore prolifico di volumi e saggi sul diritto costituzionale e politico. Barbera è approdato alla Corte nel 2015, eletto dal Parlamento su indicazione del Pd, ne è stato vicepresidente e sino ad oggi presidente reggente, da quando a novembre è scaduto il mandato di 9 anni di Silvana Sciarra, a cui ora succede a pieno titolo.
Nato in Sicilia (ad Aidone, provincia di Enna) nel 1938, sposato, con due figli, è professore emerito di Diritto costituzionale presso l’Università di Bologna, dove è stato professore ordinario fino al 2010. Si è laureato nel novembre del 1960, si è formato nell’Università di Catania dove, nel 1968, ha conseguito la libera docenza in diritto costituzionale. Ha pubblicato 22 volumi e circa 400 tra saggi, note a sentenza, relazioni o interventi a convegni. È stato direttore, dal 1999 al 2015, di «Quaderni costituzionali. Rivista italiana di diritto costituzionale», edita da Il Mulino. È componente del comitato di direzione e del comitato scientifico di diverse riviste, fra cui «Rassegna parlamentare», «Studi parlamentari e di politica costituzionale», «Le istituzioni del federalismo», «Nuova informazione bibliografica», «Autonomie locali e servizi sociali». Inoltre, co-dirige, insieme al Professore Andrea Morrone, gli «Annali di diritto costituzionale».
Altra sua grande passione la politica. Dal 1980 al 1982 è stato consigliere regionale in Emilia Romagna, poi è stato deputato eletto nelle liste del Pci e del Pds, per cinque legislature, fra il 1976 e il 1994. Nell’aprile 1993 venne nominato ministro per i Rapporti con il Parlamento nel governo di Carlo Azeglio Ciampi. Si dimise però, a 24 ore dal giuramento insieme agli altri tre ministri della sinistra di quell’esecutivo in polemica per la mancata concessione, da parte del Parlamento, dell’autorizzazione a procedere nei confronti di Bettino Craxi. È stato anche fra i promotori dei referendum elettorali del 1991, del 1993 e del 1999 che hanno portato all’introduzione dell’elezione diretta dei sindaci e al superamento del sistema proporzionale. corriere.it