Carne di cane, vietata la vendita “Molti la mangiano credono sia afrodisiaca”

Svolta in Corea del Sud: il Parlamento ha approvato una legge che vieta il commercio di carne di cane, una pratica tradizionale che da anni gli attivisti definiscono «vergognosa». L’Assemblea nazionale ha votato a favore del provvedimento (208 favorevoli, 0 contrari), che entrerà in vigore tra sei mesi con un periodo di transizione di tre anni. «Questa legge mira a contribuire alla realizzazione dei valori dei diritti degli animali, che perseguono il rispetto per la vita e una coesistenza armoniosa tra esseri umani e animali», recita il testo approvato. In particolare, la normativa prevede una pena fino a 2 anni di reclusione o una multa fino a 20 milioni di KRW (il won sudcoreano, corrispondenti a 14mila euro) per l’allevamento e la vendita di cani a scopo alimentare e fino a 3 anni di reclusione o una multa fino a 30 milioni di KRW (circa 21mila euro) per l’uccisione di cani per il consumo umano. Per far sì che le aziende possano ritirarsi dal commercio, le norme prevedono la possibilità per allevatori di cani, operatori di macelli e proprietari di ristoranti di presentare una domanda di risarcimento e, qualora accolta, di ricevere supporto governativo per la transizione o la chiusura di queste attività. Provvedimento che già dal 2015 porta avanti l’associazione Humane Society International e che ha portato ad aiutare 18 allevatori di cani, in tutto il Paese a passare a fonti di reddito alternative come la coltivazione di ortaggi o la fornitura di acqua. Nel Paese, fino a un milione di cani vengono allevati e uccisi ogni anno per il consumo umano, anche se nell’ultimo periodo il numero è drasticamente sceso perché sempre più coreani adottano animali domestici. Basti ricordare anche l’impegno in campagna elettorale del presidente Yoon Suk Yeol che, insieme alla first lady, ha anche adottato diversi cani e gatti randagi. Lo stufato di carne di cane («bosintang») è ancora considerato una delizia da alcuni sudcoreani più anziani, ma la carne non è più apprezzata dai giovani. Secondo un sondaggio Gallup effettuato nel Paese nel 2022 — riportato da Bbc — , solo l’8% delle persone ha affermato di aver provato carne di cane negli ultimi 12 mesi, in calo rispetto al 27% del 2015. Meno di un quinto degli intervistati ha affermato di sostenere il consumo di carne. «Sono lieta che la Corea del Sud possa ora chiudere questo misero capitolo della sua storia e guardare a un futuro» che rispetti i cani, ha dichiarato JungAh Chae, direttrice esecutiva di Humane Society International/Korea. «Si sta scrivendo una pagina di storia. Non avrei mai pensato di testimoniare nel corso della mia vita l’introduzione di un divieto all’atroce industria della carne di cane in Corea del Sud. Questa vittoria storica per gli animali è la testimonianza della passione e della determinazione del movimento animalista», aggiunge, ricordando gli sforzi fatti dall’associazione non solo per combattere il commercio di carne di cane in tutta l’Asia, ma anche per sensibilizzare sulle condizioni in cui vengono tenuti questi animali. Non sono, però, mancati malumori: diversi allevatori di cani hanno annunciato la presentazione di una petizione alla Corte Costituzionale e diverse manifestazioni, definendo il provvedimento «anticostituzionale». Seul si aggiunge, così, ad altri Paesi e territori dell’Asia che hanno vietato (con diversa applicazione) il commercio di carne di cane, come Hong Kong, Taiwan, le Filippine, l’India, la Thailandia e Singapore, oltre alle città di Shenzhen e Zhuhai nella Cina continentale (a differenza di Yulin, dove ogni anno si tiene un contestato festival, che ogni anno produce una mattanza di migliaia di cani), la provincia di Siem Reap in Cambogia e 45 città, reggenze e province dell’Indonesia. Anche nelle nazioni in cui il consumo di carne resta consentito o tollerato, si tratta di una pratica ormai relegata ad aree remote e rurali e spesso legata a superstizioni su presunti effetti benefici e afrodisiaci. corriere.it