Frosinone, arrestati direttore generale nota banca 2 dipendenti 2 notai e 1 avvocato
Evasione fiscale e riciclaggio; questi capi di imputazione che la procura di Frosinone ha contestato ad 11 persone finite al centro di una dedicata indagine. Questa mattina la Guardia di Finanza, Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, e la Squadra Mobile di Frosinone hanno notificato al direttore generale di una banca di Frosinone, con sede in piazzale De Mattheis, due funzionari dell’istituto di credito, due notai, un avvocato e sette imprenditori, la misura cautelare restrittiva emessa dal gip del tribunale di Frosinone. La vicenda riguarderebbe accessi a crediti agevolati con false fatturazioni. Maggiori dettagli verranno forniti nelle prossime ore. “Nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Frosinone e che vede congiuntamente impegnate le forze della Squadra Mobile presso la Questura di Frosinone e del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Frosinone, è stata eseguita un’ordinanza emessa, su richiesta del P.M., dal GIP del Tribunale di Frosinone; l’ordinanza ha disposto misure cautelari personali e reali a carico di diverse persone fisiche e giuridiche per i reati di : art. 416 (associazione per delinquere); artt. 479,483 (falsi ); art. 640 bis (truffa per erogazioni pubbliche); artt.648 bis, 648 ter (riciclaggio e autoriciclaggio ); art.5,8 e 10 quater dee. Leg. 74/00 ( omessa dichiarazione, emissione di documenti e fatturazioni inesistenti e indebite compensazioni d’imposte) abusivo esercizio di attività di intermediazione finanziaria, infedeltà patrimoniale e altri reati. In particolare sono state eseguite le seguenti misure personali:
– 2 persone sono state sottoposte a custodia
cautelare in carcere;
– 7 persone sono state sottoposte a custodia cautelare domiciliare;
– 2 persone sono state interdette dall’ esercizio di una professione e dall’esercizio di imprese ed uffici. Sono state
altresì eseguite le seguenti misure reali: sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta, anche per equivalente, del profitto del reato ai sensi dell’art. 321, comma 2, c.p.p. e 12 bis D.Lgs. 74/2000 per quasi 4 milioni di Euro; sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, ex artt. 110 e 648-bis / 648- ter.l c.p., del profitto dei delitti di riciclaggio ed auto riciclaggio per un totale di oltre 6 milioni e mezzo di Euro; La misura del sequestro preventivo, ex art.321, comma 1° epp di unità immobiliari. All’esecuzione delle misure si è accompagnata un’attività, in parte ancora in corso, di acquisizione e sequestro di documenti negli uffici della sede centrale di una Banca e presso le cancellerie delle sezioni fallimentari e delle esecuzioni immobiliari di alcuni Tribunali, nonché attività di perquisizione degli studi professionali di un avvocato e di due notai e di diversi altri luoghi nella disponibilità delle persone fisiche e giuridiche indagate. Per le attività sono stati impegnate, in totale, 147 unità di personale di PG e 67 autovetture della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato, nonché un’unità cinofila addestrata alla ricerca di denaro contante. Si premette che la ricostruzione che viene effettuata è quella che emerge dalla ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Frosinone e che le indagini sono in una fase delle indagini preliminari per cui vige il principio costituzionale della presunzione di innocenza per gli indagati sino a giudizio definitivo. L’investigazione ha preso impulso da confidenze, a suoi interlocutori, di un imprenditore ciociaro, sottoposto ad intercettazioni perché coinvolto in traffici di stupefacenti, sui modi in cui un suo amico imprenditore faceva soldi operando nel settore delle aste giudiziarie e godendo della piena fiducia e dell’appoggio del direttore generale di una Banca. Le indagini prontamente attivate evidenziavano una più complessa situazione di inquinamento del mercato immobiliare locale e facevano emergere l’attività di più gruppi organizzati che operavano altresì sia nel settore delle truffe per il c.d. “super bonus” sia nella creazione di falsi crediti erariali e nella organizzazione di indebite compensazioni sia nel riciclaggio e nell’auto riciclaggio di rilevanti partite di “nero” sia nella esecuzione dei reati fiscali e societari presupposti dall’attività riciclatoria. Secondo la ricostruzione fornita nella ordinanza custodíale del GIP dagli accertamenti effettuati si delineavano tre associazioni per delinquere, fra loro interconnesse quanto all’attività di riciclaggio e, due dì esse, aventi strutturale influenza nella gestione delle linee di credito di una Banca di Frosinone mediante il ruolo primario svolto per il raggiungimento degli obiettivi associativi dal direttore generale e da funzionari del Corporate Banking di quell’Istituto oltre che da due notai che redigevano la più parte degli atti d’interesse per gli associati.
Attesa la complessità del quadro emergente dalle intercettazioni e la necessità di mantenere integra la riservatezza delle indagini, nel mese di settembre 2021, la Procura promuoveva e coordinava la co-delegazione delle indagini al Nucleo PEF di Frosinone della Guardia di Finanza in modo che svolgesse molteplici accertamenti, rilevamenti e riscontri, tesi a supportare e/o ricostruire quanto era stato e veniva ascoltato dalla
Squadra Mobile della Polizia di Stato in sede di intercettazioni telefoniche. Il congiunto impulso investigativo si traduceva in una rilettura coordinata delle intercettazioni estese al Direttore Generale dell’Istituto di Credito, ad alcuni funzionari del settore finanziamenti, due Notai ed altri indagati, con la ponderosa attività di analisi delle fatturazioni e dei finanziamenti erogati dal citato istituto bancario e con accertamenti di P.G. di varia natura, che consentiva di cristallizzare l’attività criminale del comitato d’affari in tre gruppi operativi interconnessi tra loro e di far emergere nuove condotte penalmente rilevanti che venivano inscritte quali ulteriori notizie di reato. All’esito delle investigazioni gli organi di PG delegati elaboravano e depositavano una informativa congiunta con la quale venivano ricostruite le articolate condotte illecite poste in essere dalla complessa compagine criminale, esponendo la rilevantissima provvista indiziaria acquisita sia dalle intercettazioni che dalle fonti/banche dati consultabili. Secondo la ricostruzione del GIP nella ordinanza custodíale le indagini accertavano efficacemente la struttura, le interrelazioni e le attività illecite che si muovono dentro ed intorno alla Banca oggetto dì osservazione; si evidenziavano altresì le fittizie intestazioni di quote di molteplici società di capitali che costituiscono l’interfaccia necessario per l’illecito arricchimento di pochi con inquinamento del sistema finanziario legato ai mutui per la partecipazione alle aste giudiziarie immobiliari ed allo stesso mercato immobiliare degli opifìci industriali dismessi, con continuate e costanti operazioni di riciclaggio mediante utilizzo di società cartiere e costanti operazioni fraudolente nei confronti dell’erario. L’esecuzione dell’ordinanza del GIP hanno imposto, per la tutela della genuinità della prova, di procedere contestualmente a molte perquisizioni ed a molteplici sequestri dei corpi di reato e delle cose/ documenti pertinenti ai reati necessarie per l’accertamento dei fatti”.
Redazione Digital