Tifosi laziali nella birreria di Hitler, cori e bandiere per il Duce
Laziali che inneggiano al Duce nella birreria di Hitler a Monaco di Baviera. Romanisti che offendono gli ebrei con un coro sul treno di ritorno a Monza. Il mondo ultrà della Capitale legato da un filo rosso fatto di razzismo, neofascismo e antisemitismo. Lo striscione in Curva Nord nella partita d’andata, il pranzo nella birreria di Adolf Hitler a Monaco, i cori inneggianti al Duce e alle camicie nere. C’è un leit motiv sul quale la Digos indaga per quanto accaduto ieri mattina, e poi anche nel pomeriggio e in serata, durante la trasferta di migliaia di tifosi della Lazio per il match di ritorno contro il Bayern in Champions all’Allianz Arena. Al centro della vicenda gli slogan fascisti pronunciati da una quarantina di ultrà, appendice di uno dei cori storici della curva biancoceleste, nel quale si fa cenno anche a «manganelli e bombe a mano». Si aggiungono ai dodici romanisti che di ritorno in treno sabato scorso da Monza hanno intonato una canzone contro gli ebrei. Quello dei laziali è stato un coro fatto davanti agli altri clienti sbigottiti nella birreria Hofbrauhaus, proprio quella dove nel 1920 il futuro capo del Terzo Reich pronunciò nel salone delle feste il suo primo discorso da leader del partito nazionalsocialista dei lavoratori. Ecco perché ieri sera la polizia di Monaco ha accusato una decina di tifosi laziali, identificati dopo il coro, di aver fatto il saluto nazista, e non solo quello romano, già sanzionato a Roma nei confronti di una quarantina di attivisti di estrema destra dopo la commemorazione di Acca Larenzia il 7 gennaio scorso all’Appio Tuscolano. Investigatori tedeschi e italiani hanno acquisito soprattutto i video dei canti nella birreria nel centro di Monaco e hanno riconosciuto alcune decine di laziali al momento di entrare in serata allo stadio. Altri ancora prima che i gruppi ultrà ripartissero per Roma. Qualcuno sarebbe stato anche trattenuto per accertamenti ulteriori, mentre il questore Carmine Belfiore è in attesa di una relazione, che sarà inviata anche in Procura a Roma, per emettere decine di daspo. Si annunciano provvedimenti molto pesanti, senza contare le denunce per apologia di fascismo che scatteranno nei confronti degli ultrà coinvolti in quanto accaduto. Si indaga in particolare sullo striscione esposto nella Nord il 14 febbraio scorso con la scritta: «L’unica cosa che vi invidiamo: la birreria». Quella sera in pochi avevano capito il significato di quel messaggio rivolto agli ultrà bavaresi.
Adesso, dopo quanto successo ieri, è apparso tutto drammaticamente più chiaro. Tanto che non si escludono sanzioni per la Lazio e la sua tifoseria anche sul piano della giustizia sportiva. Ieri pomeriggio centinaia di ultrà laziali fra i 3.400 in trasferta in Germania si sono dissociati sui social per quanto accaduto per il comportamento di altri sostenitori ora sotto inchiesta. Quelle immagini «sono una vergogna. Sono fango sulla squadra, su tutta la tifoseria e sulla città di Roma», è il commento dell’assessore comunale allo Sport Alessandro Onorato, che ha condannato «senza se e senza ma quanto si vede nel video che ha purtroppo fatto il giro del mondo. Quella roba non ci rappresenta ma è anche indicativa di un campanello d’allarme. Ogni tentativo di minimizzazione o ambiguità va ad alimentare in alcune persone il convincimento che in Italia siano possibili posizioni diverse dall’antifascismo. Non è così. L’antifascismo è la condizione essenziale per essere italiani. Chi non si riconosce va messo ai margini», ha concluso l’assessore.
La Lazio, in maniera non ufficiale, si è detta «pronta a collaborare con le autorità per l’identificazione» dei responsabili di quel coro, anche se ha sottolineato che «si è trattato di una decina di persone su migliaia di tifosi in trasferta». Anche sull’episodio sul treno da Monza sarà aperta un’indagine dalla Digos: da consegnare sempre in Procura un rapporto sulle immagini postate sui social da alcuni ultrà giallorossi, che cantano un motivo antisemita già sentito in Curva Sud nel quale vengono pronunciate anche offese di carattere razzista. Per la dozzina di tifosi che saranno identificati proprio grazie a quelle immagini potrebbe scattare anche l’aggravante prevista dalla legge Mancino.