Italia batte Galles, un’altra vittoria storica della nazionale azzurra di rugby
Il più bel Sei Nazioni azzurro di un quarto di secolo di frequentazione della corte del rugby si chiude con un successo (24-21) che sa di conferme, di continuità mai avuta e sbocciata all’improvviso, di fiducia incondizionata nel metodo di lavoro di Gonzalo Quesada, il tecnico psicologo argentino che appena arrivato ha steso la squadra sul lettino dell’analista per costruire l’autostima smarrita. Mai l’Italia in 25 anni era rimasta imbattuta per tre partite di seguito, lo ha fatto aprendo la serie con il fantastico pareggio in Francia, esaltandosi all’Olimpico contro la Scozia e confermandosi nel giorno più complicato, davanti ai 75 mila del Principality Stadium, giocando prima contro il popolo del rugby e poi contro un Galles impotente di fronte all’incredibile fiducia messa in campo dagli ospiti.
Il successo l’Italrugby lo costruisce in un primo tempo di eccezionale sostanza, mischia dominante e touche impeccabile, possesso di qualità e Garbisi chirurgico nello spostare con il piede le operazioni sempre in territorio nemico. E poi la difesa, la grande arma di questa nuova versione azzurra, sempre in avanzamento, mai in affanno, paziente e spietata nello spegnere sul nascere ogni idea di attacco dei Dragoni. Partita controllata con i muscoli, con Lamaro che da capitano indica la via, si sacrifica nel contenere le sfuriate altrui (21 placcaggi personali), è perfetto nello sporcare ogni punto di scontro in mezzo al campo e mettere i suoi in avanzamento. E quando si controlla con tranquillità si costruisce la possibilità di rilanciare il gioco con qualità: e così dopo i primi due piazzati di Garbisi che muovono il risultato (6-0) ci pensa Nacho Brex (al secondo premio consecutivo di mvp di giornata) ad accendere la miccia con un no look per Menoncello, break sanguinante nel cuore della difesa di casa e assist per la velocità di Monty Ioane. Azione stupenda, la meta ammutolisce i canti dei bardi gallesi. Si va al riposo (11-0) aspettando la reazione del drago ferito. E con la sensazione che sotto al tetto chiuso di Cardiff stia nascendo la nuova Italia. La reazione arriva, furiosa, il Galles non ci sta, è dal 2003 che non arriva ultimo nel Sei Nazioni e ricevere la condanna dagli ultimi arrivati diventa imbarazzante. Ci provano in tutti i modi, forzano ogni scontro, pasticciano, piantano le tende in attacco, ma non riescono a scalfire la calma dei forti. E così l’Italia si scopre anche cinica, fa evaporare nel nulla il fuoco altrui e lo spegne con un rilancio di gioco che sa di cinismo e perfezione: Brex, sempre lui, mette in moto le gambe di Ioane, break nella prateria e invito a Pani, il sostituto di Capuozzo, ad andare a cercare gloria personale. Il ragazzo di Toscana accelera, lascia sul posto due birilli in rosso, cambia passo e punta a pazza velocità sotto ai pali. Meta, bella e impossibile. Il Galles sembra vestito d’azzurro. Il vantaggio (18-0) è quasi irreale, il Galles non ci sta, segna con Dee la meta che ridà vita ai decibel dello stadio, subisce psicologicamente la precisione al piede di Garbisi prima, Page-Relo poi, fino all’ultima sfuriata, all’orgoglio delle due mete segnate praticamente a tempo scaduto che servono solo per ridurre lo svantaggio, non per evitare lo scempio. La nuova Italia ha profanato il tempio, ha vinto due partite di fila e allontanato i sussurri di chi da sempre la voleva invitata sgradita al banchetto degli altri. «Sono orgoglioso di questi ragazzi e del nostro lavoro» ha detto con un sorriso così Gonzalo Quesada. L’Italia del rugby ringrazia. Con la vittoria sui gallesi, il cucchiaio di legno (lo ricordiamo ancora una volta secondo l’interpretazione inglese) finisce al Galles, ultimo in classifica. Mancano ancora due partite del torneo da disputare: Irlanda-Scozia e Francia-Inghilterra. Al momento la classifica è questa: Irlanda 16, Inghilterra 12, Scozia 11, Francia 11, Italia 11, Galles 4. L’Italia chiude al momento al quinto posto in quanto Scozia e Francia la sopravanzano per la migliore differenza punti segnati, punti subiti. Una volta disputate le ultime due partite si avrà la classifica finale. corriere.it