Migliaia di musulmani pregano nel centro di Napoli, “Vogliamo la moschea”
Le piazze del centro di Napoli diventano un luogo di preghiera nel giorno in cui i musulmani celebrano la fine del Ramadan. Migliaia di persone scalze e chine sui tappeti in piazza Garibaldi, un po’ meno in piazza del Plebiscito, dove tra i fedeli è spuntato anche una persona con indosso la felpa azzurra del Napoli e il numero 10 di Maradona. Alla festa di oggi, 10 aprile, ha fatto visita anche il prefetto del capoluogo campano, Michele Di Bari. Dopo uno scambio di saluti con l’imam Amar Abdhallah, il prefetto ha dichiarato alla stampa presente: «La comunità musulmana è una parte importante della nostra città e abbiamo il dovere di dialogare con essa. Napoli è città di accoglienza, lo dice la sua storia, e noi dobbiamo proseguire nel solco dei diritti e della costituzione». In rappresentanza del Comune, invece, era presente l’assessora ai Giovani e al Lavoro Chiara Marciani: «La partecipazione a questa celebrazione è un segnale di riguardo verso una comunità numerosa che vive nella nostra città ed ha bisogno di essere integrata sempre più nelle nostre attività con l’attenzione ed il rispetto che meritano tutti i nostri concittadini. Come sottolineato dal Prefetto, quella di oggi è anche un’occasione importante per lanciare un messaggio di pace, un impegno che va portato avanti non solo qui, oggi, ma in tutto il mondo e sempre». Ai microfoni in piazza Garibaldi, Abdhallah ha rivolto un appello affinché le istituzioni cittadine concedano uno spazio per la realizzazione di una vera moschea e di un luogo per la sepoltura dei musulmani: «Noi amiamo questa città che non può essere inferiore a Roma e Milano, dove già esistono moschee. Lo chiediamo dal 1989, ma fino a oggi nessuno ci ha mai risposto». L’imam, poi, ha speso anche parole di solidarietà per il popolo palestinese: «La nostra non può essere una vera festa pensando ai fratelli palestinesi. Mi chiedo come è possibile che 35 mila morti tra gli innocenti, di cui 15 mila bambini, non bastino per un cessate il fuoco. Quanto ancora dovrà durare questa cascata di sangue?». open.online