Alexa, nuovo aggiornamento con canone mensile ecco la decisione di Amazon

Siri sta per aggiornarsi e imparare nuove funzioni grazie a Apple Intelligence. Assistente Google è stato sostituito da Gemini. E Alexa? Dal 2014 non è più stata rinnovata in modo radicale, né Amazon ha ancora annunciato ufficialmente le novità in arrivo. A dirci che piani ha in serbo l’azienda di Seattle per il suo assistente digitale è Reuters, che avrebbe parlato con ex e attuali dipendenti di ciò che si nasconde dietro al progetto «Banyan». Anche Alexa sarebbe pronta a sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale generativa. Secondo le indiscrezioni, per la fine dell’estate Amazon avrebbe in programma una versione «premium» dell’assistente che è stato soprannominato «Remarkable Alexa». Ovvero una «Alexa più intelligente e capace», così come era stato promesso dal ceo Andy Jassy agli investori lo scorso aprile. Non sarebbe però un aggiornamento gratuito: gli utenti che vorranno usarlo dovranno pagare un canone mensile, che andrà dai 5 ai 10 dollari. 
Un’idea che metterebbe fine a un’era, quella degli assistenti digitali gratuiti (o meglio pagati attraverso i nostri dati e con l’hardware che acquistiamo) e indirizzerebbe un potenziale futuro, plausibile anche considerati i costi enormi dell’intelligenza artificiale. Da una parte, AI conversazionali e «umane» per chi paga un fisso mensile. Per gli altri, le vecchie e «tonte» versioni che abbiamo conosciuto finora oppure servizi molto limitati in utilità e scopi. Non c’è ancora, ovviamente, nessuna certezza sui progetti di Amazon. In un comunicato un portavoce ha dichiarato: «Abbiamo già integrato l’IA generativa in diversi componenti di Alexa e stiamo lavorando duramente per l’implementazione negli oltre mezzo miliardo di dispositivi ambientali abilitati ad Alexa già presenti nelle case di tutto il mondo, per consentire un’assistenza ancora più proattiva, personale e affidabile per i nostri clienti». I dipendenti sentiti da Reuters parlano comunque di questo progetto come un «tentativo disperato» di dare nuova linfa vitale ad Alexa, rimasta indietro dopo il boom dell’AI generativa scatenato dal lancio di ChatGpt. Sarebbe stato detto dai dirigenti che questo è «un anno cruciale» per dimostrare di poter stare al passo con i concorrenti. 
Il ritardo di Amazon sull’aggiornamento di Alexa era stato anche al centro di un recente report di Fortune, che spiegava appunto i motivi per la società non riesca a raggiungere un’implementazione qualitativamente accettabile dell’intelligenza artificiale generativa. Anche qui, le fonti sono ex dipendenti che si sono occupati del progetto. Il nuovo modello di linguaggio, che era stato presentato in anteprima a settembre 2023, è poi scomparso dai radar. E questo perché, sostengono, non fosse in realtà niente di davvero concreto. Solo una semplice demo o poco più. «Amazon non ha abbastanza dati o accesso a chip specializzati necessari per competere con aziende rivali come Open AI», scriveva Fortune. 
Quasi un anno fa avevamo già avuto modo di vedere all’opera questa presunta versione evoluta di Amazon Alexa, chiamata «Alexa Let’s chat». Durante una dimostrazione, David Limp, all’epoca capo dell’hardware di Amazon, aveva mostrato le nuove capacità dell’assistente, inclusa la possibilità di mantenere una conversazione più naturale e contestuale. L’assistente era in grado di riprendere il filo del discorso dopo brevi interruzioni e di comprendere meglio il contesto delle domande, dimostrando un notevole passo avanti rispetto alla versione precedente. corriere.it