Tutto viola in Italia, migliaia di visitatori ecco i giorni della lavanda
Un profumo inconfondibile conduce come un navigatore naturale fin sulle colline dell’alto Oltrepò Pavese che in questi giorni si stanno tingendo di infinite tonalità di viola. Una calamita per turisti del fine settimana che raggiungono le alture pavesi per buon cibo, buon vino, e scorci da catturare nel rullino del cellulare. In questo angolo lombardo decisamente provenzale, infatti, i piccoli borghi sono circondati da vitigni di Pinot Nero e Croatina, ma anche da campi di lavanda scenografici. Molti lavandeti sono protetti da recinzione, e un cartello indica «proprietà privata». Non ci si può entrare, mettersi in posa, e portare a casa lo scatto da condividere sui social o da mandare agli amici. Semmai, come in località Cabanon, omonima della cantina vitivinicola locale, ci si può avvicinare all’iconica staccionata su cui troneggia una romantica bici con cestino — tutto rigorosamente verniciato di viola — e scattare a raffica. Oppure si può salire a Cascina Costanza, un’azienda agrituristica sulle alture di Salice Terme, dove si coltivano 5 mila piante di lavanda officinale che tappezzano di viola il campo di fianco il casolare. Andando avanti si giunge nella pianura alluvionale del Po, e più precisamente nel comune di Pancarana, dove si trova una coltivazione di lavanda di circa 3 mila piante, attiva da maggio 2020. È una delle ultime nate, durante la pandemia. La maggior parte dei fiori sono destinati alla produzione di olio essenziale, che ha dato origine anche ad un brand quassù: «La lavanda del borgo di Pancarana». Il campo si trova in via Marconi, accanto al bosco Arcadia, e chi desidera fare un tuffo nel profondo viola, può farlo senza chiedere permesso: l’accesso al campo è senza appuntamento e alcun ticket d’ingresso. Da giugno inoltrato a metà luglio, periodo di massima fioritura della lavanda prima della raccolta per le fragranze essiccate, questi pendii pittoreschi si trasformano in set fotografici ideali. Le richieste maggiori? Arrivano dagli sposi, da ogni parte della Lombardia, ma anche fuori Regione. «C’è chi arriva già vestito, scende dall’auto con fotografi a seguito nei campi — commenta divertito il signor Mario, che vive poco distante da un lavandeto, qualche chilometro prima di approdare a Varzi — Altri, invece, si vestono direttamente qui. E fanno anche cambi d’abito: io mi godo lo spettacolo». Chi volesse andare oltre il bel colpo d’occhio dei lavandeti e vivere esperienze alternative, di gusto o contemplazione, potrà scegliere le mete: agriturismo Le Fragranze, a Varzi. È a pochi minuti dal borgo medievale dove Silvana Fumagalli, si è stabilita. Milanese, trasferitasi in mezzo alla natura per realizzare il suo sogno di vivere in alta collina e creare una linea di prodotti di bellezza 100% naturali. L’ingrediente? La lavanda che lei stessa coltiva accanto al casolare in cui ha ricavato anche un ristoro e alcune camere. «Accogliamo i visitatori per la raccolta della lavanda, con un cartellone di eventi — racconta —. La festa vera e propria sarà il 30 giugno (oggi, ndr), quando si visiteranno i campi di lavanda con sottofondo live jazz, gustando prodotti del territorio, e partecipando ai momenti divulgativi con la biologa Cristina Delucchi». Un giro a caccia di angoli di Provenza e scatti romantici anche a Borgoratto Mormorolo, dopo aver fatto safari botanici. Elena Vicentini, dieci anni fa si è stabilita su questo lembo di collina panoramica dando vita all’Azienda Agricola Impoggio. «Dopo aver girato un po’ il mondo, sono tornata ai campi del nonno — dice —. Abbiamo tolto alcuni vigneti, diversificando le colture, piantando lavandeti, noccioleti. Con la lavanda produciamo saponi, oli essenziali biologici e fatti in casa». Qui, si coltivano una quindicina di varietà diverse di lavanda, lavande officinali e lavande ibride e relative diverse varietà (Casola, Hidecote Blue, Fiore rosa, fiore Bianco, Mailette), che regalano una vista mozzafiato, con tinte che cangiano dall’indaco al viola-blu intenso. Si passeggia in una sorta di giardino botanico tra erbe aromatiche, salvia, timo, more, e carciofi in fiore su cui volano centinaia di farfalle. Nel lavandeto, poi, non si appagano solo vista ed olfatto, ma i cinque sensi, con aperitivi tematici, concerti al chiaro di luna in campo tra le note di Morricone ed Einaudi, sessioni di yoga e pilates ed esperienze per il palato. Infuso, gnocchi e panna cotta a base di lavanda, valgono la visita quassù. corriere.it