“Costretta a prostituirmi per pagare le tasse”, 200 mila euro di debiti

Nella giungla della prostituzione c’è chi è costretta a vendere il proprio corpo per pagare i debiti. È il caso di Meredith (nome di fantasia, ndr), che esercita la professione tra Brescia e Mantova. Lo fa per estinguere le cartelle esattoriali che le sono arrivate dopo che ha dovuto chiudere il suo negozio. «La situazione non era delle migliori prima — racconta — poi con la pandemia tutto è peggiorato e dopo alcuni mesi ho dovuto abbassare la saracinesca alla mia attività». Come accade in circostanze del genere, la quarantacinquenne bresciana ha accumulato una serie di debiti. Così deve al Fisco circa 200 mila euro. «È un incubo — dice Meredith — visto che ho dovuto fare un ampio dilazionamento e mi arrivano rate tra i 4 e i 5mila euro». «Oggi, 31 luglio, ne attendo un’altra», prosegue. Una sorta di spada di Damocle sul futuro della donna che, non potendo ricevere aiuti dalla propria famiglia, ha deciso di intraprendere l’attività di escort. «Lo faccio ormai da mesi — afferma Meredith — e i clienti li ricevo in un appartamento a Brescia. L’altro si trova in provincia di Mantova». «A differenza di quello che può pensare la gente — tiene a precisare — quando attendi i clienti in un’abitazione è sempre pericoloso. Può arrivare chiunque. Il rischio è alto, anche se per fortuna fino ad oggi non sono mai stata rapinata». Di solito, e questo accade anche a Brescia, molte donne che fanno le escort si confrontano su gruppi WhatsApp e condividono tra loro foto e numeri di potenziali aggressori. «La mia clientela, al 90%, è fatta di uomini sposati e fidanzati. Gente distinta, alcuni sono imprenditori e professionisti che decidono di trascorrere un paio d’ore con me», dichiara la quarantacinquenne. Vendere il proprio corpo per pagare i debiti col Fisco. Non è una scelta semplice, ma Meredith sostiene che «con un altro lavoro, come per esempio la commessa, non potrei pagare 200mila euro, seppur rateizzati, all’Agenzia delle Entrate». La cittadina bresciana, tra l’altro, non vuole iscriversi ad OnlyFans (come fanno anche altri bresciani, ragazze e ragazzi), la nota piattaforma che offre un servizio di intrattenimento tramite abbonamento e grazie ad una politica estremamente tollerante sui contenuti, è diventato il luogo virtuale privilegiato per condividere foto e filmati erotici o apertamente pornografici. «La discriminante, almeno dal mio punto di vista, è la privacy. Su Onlyfans non esiste la riservatezza e tutti possono conoscere il tuo volto. Rischi di essere etichettata per tutta la vita. Facendo la escort, invece, posso garantirmi, nei limiti, una sorta di anonimato visto che le foto del viso non finiscono su nessun social network o sito internet». Si, Meredith pensa al futuro e nel giro di un paio d’anni (ha fatto i suoi conti) è convinta di estinguere il debito da 200mila euro. «Poi non so che lavoro farò — conclude — ma è certo che andrò via da Brescia per iniziare una nuova vita». corriere.it