Angela Carini si ritira contro Imane Khelif, “Un pugno mi ha fatto troppo male”
Dura solo pochi secondi l’incontro degli ottavi di finale di boxe tra l’azzurra Angela Carini e l’algerina Imane Khelif, nel mirino delle forze politiche per i suoi valori ormonali, identificata erroneamente come un uomo. L’italiana si ritira in polemica. Khelif avanza così ai quarti di finale nella categoria -66 kg. «Ero salita sul ring per combattere. Non mi sono arresa, ma un pugno mi ha fatto troppo male e dunque ho detto basta. Esco a testa alta». Così Carini, ancora in lacrime, ha motivato il suo abbandono del match contro l’algerina. «Io non sono nessuno per giudicare o prendere una decisione, se questa ragazza è qui ci sarà un motivo. Io ho combattuto e sono salita sul ring nonostante le mille polemiche che ci sono state, io non sono nessuno per giudicare. Ho sentito dei colpi molto forti, ho preso colpi, sono una combattente e la mia Nazionale lo sa, sono una che anche davanti al dolore non si ferma mai. Se mi sono fermata l’ho fatto solo per la mia famiglia. È stato un incontro irregolare? Non sono nessuno per giudicare». «Sarebbe stato più facile non presentarsi, perché tutta Italia da giorni le chiedeva di non combattere. Ma Angela era motivata e voleva farlo. Certo al
sorteggio, quando ha conosciuto l’avversaria, mi ha detto “non è giusto”. Ma qui oggi non c’è stata premeditazione». Il tecnico del pugilato azzurro, Emanuele Renzini, racconta il match della discordia tra Angela Carini e l’algerina Imane Khelif. Carini ha abbandonato dopo «aver preso un pugno, mi ha detto che non se la sentiva che non voleva combattere. Ho provato a dirle di arrivare almeno alla fine della prima ripresa così ci saremmo confrontati, ma niente». Tutto accade dopo circa 36 secondi: dopo una prima interruzione, subito un primo colpo che le ha sganciato il caschetto, l’azzurra è andata a parlare all’angolo, poi si è ritirata consegnando la vittoria alla pugile algerina. Subito dopo la pugile campana si è inginocchiata al centro del ring in segno di disperazione, avvalorando l’ipotesi di una scelta di denuncia per i valori anomali di testosterone di Khelif. corriere.it