Veroli, si butta nel fiume Liri messo in salvo dai Carabinieri
Un 83enne di Veroli, in preda ad una crisi depressiva, ha tentato di togliersi la vita lanciandosi nell’alveo del fiume Liri. L’anziano ha trovato la forza disperata di salire sul muretto di delimitazione di Via Lungoliri Mazzini, in prossimità di piazza Esedra e del Ponte di Via Napoli, ove aveva parcheggiato la sua auto, senza chiuderla e con le chiavi nascoste sotto il tappetino. L’uomo dopo essere salito in piedi sul muretto si è lanciato giù nel vuoto, un volo di diversi metri. A notare l’insano gesto una macchina dei Carabinieri con a bordo un Appuntato Scelto della Stazione di Strangolagalli ed un Assistente Capo Coordinatore della Polizia di Stato in servizio alle Volanti del Commissariato di Sora. Mentre il Carabiniere era sul ciglio del muro ove cercava un appiglio per potersi calare di sotto o a sua volta saltare, il collega della Polizia ha incrociato un camioncino dal quale ha prelevato una fune. Fortunatamente la caduta dell’83enne è stata attutita dalla folta vegetazione, poi però scivolando, rovinava nell’acqua del fiume rischiando di annegare. L’Assistente Capo, legata la corda ad un lampione poco distante, ha cercato di raggiungere l’anziano, mentre il Carabiniere ha sostenuto la fune per poter consentire il salvataggio. Gli arbusti e le sterpaglie che avevano salvato il malcapitato da più gravi conseguenze nella caduta, ora però rendevano difficile al Poliziotto di raggiungerlo. Dopo svariati tentativi l’Assistente Capo riusciva a raggiungere l’anziano sollevandogli il capo dall’acqua, mentre il Carabiniere aveva già richiesto soccorso ai sanitari del 118 ed ai Vigili del Fuoco. Il Polizziotto ha lentamente estratto l’uomo dall’acqua, lo ha rassicurato continuando a parlargli, fino a quando i Vigili del Fuoco, giunti sul posto, posizionando una scala, hanno consentito al medico ed agli infermieri del 118 di raggiungere l’83enne ed immobilizzarlo su una barella. Mediante l’autoscala dei Vigili del Fuoco, un operatore è sceso sino l’alveo del fiume con un’apparecchiatura di sostegno per la barella su cui il ferito è stato collocato, per poi essere trasferito all’Ospedale di Cassino. Nella tragicità del gesto e nella disperazione che lo ha determinato, la collaborazione tra due colleghi, la scaltrezza ed il coraggio dimostrati, la dedizione a favore della comunità anche fuori dall’orario di servizio, hanno consentito di scongiurare una ulteriore tragedia.
Redazione Digital