Niente mini gonna, marito impone regole dello Shabbat alla moglie

Per controllare la moglie e i figli ha imposto il rispetto ferreo delle regole dello Shabbat. Quindi niente uso del telefono e della televisione il sabato. E nel caso di violazione dei precetti, come punizione, Dino Erez D., nato in Israele ma italiano, 53 anni, maestro di arti marziali, avrebbe lanciato contro i familiari ogni tipo di oggetto. Comportamenti ripetuti per vent’anni, come sostiene il Tribunale che ha condannato l’istruttore a tre anni di carcere con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. La sentenza ha accolto le richieste della Procura. Che nel capo d’imputazione ha sottolineato come D., guida turistica con un titolo preso in Israele e riconosciuto in Italia, «non sarebbe mai stato ispirato da un sincero sentimento religioso». Tanto che, infatti, il sabato il maestro lavorava, trasgredendo lui per primo a uno dei principi dello Shabbat. A motivarlo sarebbe stata, secondo la Procura, la gelosia nei confronti della moglie che, dal giorno del matrimonio, non ha mai potuto indossare gonne troppo corte. Divieto intimato alla consorte con il pretesto che una scollatura infrangesse canoni di moralità. Quando in realtà la sua paura (sfornita per altro di riscontri) è stata, secondo l’accusa, che la signora avesse degli amanti. Pure i figli – per il pm – hanno subito le restrizioni del padre perché, finché i genitori sono stati sposati, non hanno potuto scegliere in modo autonomo nemmeno quale sport fare. La severità dell’uomo si sarebbe manifestata persino durante i pasti dei due ragazzi. Che avrebbero ricevuto aggressioni verbali per una postura scorretta. Anche lasciare cadere un pacco di riso in un caso si è tramutato in un momento di terrore per uno dei figli, rimproverato in modo così severo dal maestro di arti marziali da essersi messo a piangere.
Peraltro i principi della religione ebraica non sono mai stati un problema per l’ex moglie. Praticante cattolica per anni, si era convertita alla fine del secolo scorso in seguito al matrimonio con D. Un percorso intimo con convinzione intrapreso dalla signora, che si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Anna Pinto. Ma quando l’imputato – difeso dall’avvocato Danilo Aleandri – le ha vietato di partecipare alle nozze d’oro dei nonni perché si celebravano di sabato, allora la volontà della moglie di proseguire nel rapporto si incrinata. Fino a sbriciolarsi, allorché lei, insieme ai figli, si è trovata isolata per via delle regole pretestuose imposte dal marito. È seguito il divorzio e poi nel 2018 la denuncia. corriere.it