Siti porno in Italia, ipotesi Spid per vedere foto e video

In Italia per accedere ai siti porno o meglio ai siti con «materiale sensibile e dannoso» per i minori di 18 anni, servirà lo Spid?  L’affermazione non è del tutto corretta ma è vero che di recente sono state introdotte nuove norme in linea con quanto richiesto dalla Commissione Europea (e già dalle leggi vigenti italiane). Ma l’Agcom, ovvero l’autorità da cui provengono tali disposizioni,m non impone una particolare tecnologia o un documento per accedere alle piattaforme (come lo Spid o la carta di identità elettronica) ma lascia libertà di decidere alle organizzazioni, purché avvenga l’autenticazione rispettando la privacy degli utenti, il Gdpr e il Digital Services Act. 
Ecco cosa sappiamo sulla cosiddetta Age Verification, utile ad accedere a siti porno o d’azzardo a partire dal 2025. Il 7 ottobre 2024 Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) ha introdotto nuove disposizioni a tutela dei minori e l’accesso ai siti per adulti e di gioco d’azzardo. Il regolamento riguarda le modalità in cui le piattaforme con contenuti sensibili richiedono la Age Assurance o Age Verification, ovvero l’accertamento della maggiore età degli utenti. Le nuove regole seguono quanto previsto dal Decreto Caivano, e sono state notificate alla Commissione Europea per un’ultima verifica. Una soluzione ad un problema diffuso e variamente affrontato globalmente, dagli Stati Uniti alla Francia. Come riporta ad esempio un articolo dello scorso aprile sul Corriere a firma Lilli Gruber, la fruizione dei contenuti a luci rosse è ampiamente diffusa già a 12 anni, senza alcuna limitazione o misura per contenere il fenomeno. Almeno finora. P

Le norme disposte da Agcom sono compatibili con quanto richiesto dalla Commissione Europea con il Digital Service Act, il quale sancisce nell’Articolo 28, la necessità di tutelare maggiormente i minori dal pericolo di «essere danneggiati nell’età dello sviluppo fisico, mentale e morale». In particolare le piattaforme più importanti dovranno porre maggiore attenzione ai meccanismi di verifica dell’età, che devono comprendere anche strumenti di controllo parentale e di segnalazione di abusi o per richiedere sostegno. Pornhub (che aveva già suggerito una soluzione sotto forma di «una verifica dal dispositivo») e Xvideos  lo scorso dicembre sono entrate nel mirino dell’ex Commissario europeo Thierry Breton.

Attraverso un sistema definito «doppio anonimato» l’Autorità garantisce che i fornitori di prova della maggiore età non potranno conoscere il servizio per cui è stato richiesto l’accesso. Un processo dunque diviso in due passaggi, secondo quanto «proposto» da Agcom. «Soggetti terzi indipendenti» dovranno porre la verifica della prova di maggiore età prima tramite identificazione, poi tramite autenticazione, come la fornitura di contenuti pornografici tramite sito o piattaforma. corriere.it