Fasti Verulani, ponte tra passato e presente molto più di un calendario

di   Deborah Panichi 

Dopo aver visto cosa sono i Calendari e l’importanza che rivestono, anche dal punto di vista sociale, passiamo a parlare di uno dei reperti più importanti e noti del sud del Lazio proveniente dalla piccola città di Veroli: i Fasti Verulani. La scoperta del calendario romano nella città della provincia di Frosinone è piuttosto recente, è stato scoperto, infatti, solo negli anni ’20 del secolo scorso duranti gli scavi di una zona sepolcrale vicino Casa Reali. I calendari epigrafici, per noi preziosissimi in quanto ci aiutano nella comprensione dello scandire del tempo nell’antichità, annotavano le festività religiose, i giorni festivi e feriali e, di solito, erano esposti nei fori delle città cosicché la popolazione potesse aver sempre sotto gli occhi le ricorrenze da festeggiare o i giorni nefasti da temere. La scoperta del calendario a Veroli è senza dubbio straordinaria, i 60 frammenti che lo compongono, con menzione dei mesi di Gennaio, Febbraio e Marzo, sono in buono stato di conservazione e c’è da dire che non sono molti i calendari marmorei noti così ben conservati, tra essi possiamo citare i più noti Fasti Capitolini, trovati nel Foro romano o anche i Fasti Prenestini, molto più frammentari di quello di Veroli. I Fasti verulani sono databili all’età Augustea, forse appena dopo la morte di Augusto, visto che l’Imperatore viene menzionato come divinità: il momento, quindi, è cruciale e porta con sé un grande cambiamento: l’’età di Augusto è uno spartiacque nella storia romana: avviene la transizione dalla Repubblica al Principato e tra le riforme proposte dal princeps c’è proprio quella calendariale; venne perfezionato il calendario introdotto da Giulio Cesare poco prima delle Idi di marzo del 44 a.C., e i Fasti di Veroli rispecchiano questo cambiamento ma al tempo stesso sono adesi alle esigenze della comunità verulana, che mantiene con fierezza la propria identità ernica benchè, oramai, si avvii verso la romanizzazione. Osservando e studiando i frammenti marmorei possono essere identificate ricorrenze legate alla propaganda di Augusto come la celebrazione della sua famiglia così come la menzione di giornate legate ad oscuri presagi e alla sfortuna come il 14 di gennaio, data di nascita dell’acerrimo nemico di Augusto, Marco Antonio, figura legata politicamente e sentimentalmente alla regina egiziana Cleopatra e sconfitto nella battaglia di Azio; all’opposto il 17 gennaio, secondo il calendario, sarebbe un giorno favorevole in quanto Augusto, menzionato come divinità (quindi, come accennato, probabilmente morto alla redazione delle lastre) sposò in quella data, e in seconde nozze, Livia Drusilla. I Fasti Verulani rappresentano un ponte tra passato e presente, raccontando non solo la storia di Veroli, ma anche quella dell’intero Impero Romano. Questa lastra marmorea incisa è molto più di un calendario: è una testimonianza tangibile del processo di romanizzazione, della fusione tra tradizioni locali e innovazioni imperiali benchè sullo sfondo ci sia sempre quella dicotomia che lega e divide Roma dai fieri Ernci. In conclusione possiamo affermare che Fasti Verulani non sono solo un mero reperto archeologico ma sono anche una sorta di simbolo che riflette la cultura del tempo e che trascende lo stesso, arrivando a parlarci di feste e tradizioni. Studiare un Calendario come questo del frusinate significa comprendere il mondo antico e ci permette di avvicinarci ad un passato che non esiste più. Attraverso questi frammenti di marmo, Veroli e Roma ci ricordano che la storia è un intreccio di identità e noi discendiamo proprio dall’unione, dallo scontro e dall’incontro tra culture che si sono alimentate e amalgamate le une alle altre.