Aggredita con l’acido dall’ex compagno, donna ricoverata d’urgenza

Con una bottiglietta piena di acido è piombato nel negozio di acconciature della ex con l’intento di sfigurarla. Un gesto fatto con premeditazione dall’uomo  che voleva «punire quella donna che lo aveva lasciato». La vicenda riguarda due sessantenni, una donna di Verbania, parrucchiera di professione, e un coetaneo di origine sarda, ex pizzaiolo, che dalle prime ricostruzioni non risulta avere un domicilio sulla sponda piemontese del Lago Maggiore. I due si erano lasciati da poco meno di un mese ma l’uomo aveva più volte tentato di convincere la ex a tornare insieme. Ma sabato è andata diversamente: arrivato davanti al negozio con la bottiglietta di acido in mano aveva deciso di fare del male alla sua ex e le ha lanciato il liquido addosso. Lei ha intuito e si è voltata rapidamente: è stata colpita, ma di striscio, non sugli occhi, sulla bocca, sulle guance. Prima però era anche riuscito a trascinarla in bagno e picchiarla. A dare l’allarme i clienti di un bar vicino insospettiti dalle urla. Sono stati loro ad intervenire trovando l’uomo con il flacone ancora in mano. La polizia lo ha così arrestato con l’accusa di lesioni gravissime. Il pm di turno in procura a Verbania gli ha contestato l’articolo 583 quinquies del codice penale, che persegue «chiunque cagiona lesione personale dalla quale derivano la deformazione o lo sfregio permanente del viso». La donna è subito stata portata in ospedale a Verbania. Le sue ferite non erano gravi e, fortunatamente, la prognosi è di qualche giorno. Tanto che ha potuto subito essere sentita dai poliziotti, presentare la sua versione dei fatti e permettere agli inquirenti di formalizzare lo stato di fermo, decretato in serata, in attesa della convalida dell’arresto da parte di un giudice. «È assurdo che capitino ancora fatti di questo genere – tuona il primo cittadino di Verbania Giandomenico Albertella-. Invece succedono. E accadono anche in città dove i livelli di sicurezza sono molto alti, come nella nostra. Questo ci fa capire quanto si debba ancora lavorare per arrivare a un vero rispetto delle scelte personali, qualunque esse siano». corriere.it