Sciopero dei mezzi pubblici, treni bus e scuole a rischio

L’anno riparte con un nuovo sciopero. Dopo un 2024 record, segnato dalla cifra monstre di 622 scioperi, arriva il primo venerdì nero del 2025. La data da ricordare è il prossimo 10 gennaio quando sono previste numerose mobilitazioni in tutta Italia per quanto riguarda i trasporti e il pubblico impiego.  Proteste sono previste nel trasporto aereo, in quello pubblico locale, per le ferrovie e nel settore della scuola. Con alcuni stop anche in settimana. Ma vediamo le sigle e i lavoratori che incroceranno le braccia. Si parte mercoledì 8, quando potrebbe risultare problematico spostarsi in traghetto da e per le isole minori siciliane per uno stop proclamato dall’Ugl. Da giovedì 9 gennaio invece dalle 21 e per 24 ore si fermano i lavoratori aderenti al Cub trasporti di Rfi addetti della manutenzione ferroviaria, una protesta che cade in un momento di lavori intensi su molte tratte dell’infrastruttura delle ferrovie. Come detto sarà venerdì la giornata con maggiori rischi per  i viaggiatori soprattutto per chi si muove in treno o con i mezzi pubblici.  Nella giornata del 10 si fermano i ferrovieri dei Cobas Lavoro Privato e del Coordinamento Ferrovieri e dell’Assemblea Nazionale Lavoratori Manutenzione Rfi. Sul fronte del trasporto locale venerdì si fermerà invece per 4 ore, con modalità diverse da città a città, chi aderisce al sindacato Confail Fasa, sigla che non è d’accordo sull’intesa per il rinnovo raggiunta poco prima di Natale. A Milano lo sciopero nazionale di 4 ore interesserà i lavoratori del Gruppo Atm con l’agitazione del personale possibile dalle 8.45 alle 12.45. A Roma l’agitazione interesserà la rete Atac e le linee periferiche gestite da operatori privati dalle 8:30 alle 12:30. Anche il trasporto aereo sarà coinvolto, con disagi specialmente per chi si sposterà o arriverà a Milano, Venezia e Pisa. Incroceranno le braccia i lavoratori dei Cub a Linate e Malpensa, della Flai Ts a Venezia e della Filcams Cgil a Pisa. Qualche disagio nelle scuole potrebbe verificarsi anche per lo stop dei dipendenti della Confederazione Sindacale Lavoratori Europei Autonomi che avanzano una serie di rivendicazioni a tutto raggio, salariali e di competenze. Gennaio sarà un mese di proteste posto che sul sito della Commissione di garanzia se ne contano oltre 50. corriere.it