Raccontastorie, ecco il gioco più venduto su Amazon

I soci diventano papà e la loro piccola startup trevigiana arriva a «battere» colossi come Lego e Mattel. Tutto grazie all’invenzione del Raccontastorie, il giocattolo per l’infanzia che a fine 2024 è stato al primo posto nella classifica dei giochi venduti da Amazon per la fascia 0-6 anni. Il Raccontastorie è interattivo ma è senza schermi, usa la tecnologia ma applicata alla tradizione delle favole: per ogni personaggio che si appoggia alla «scatola magica» parte un racconto diverso. Da Pinocchio a Cappuccetto Rosso, dai nuovi idoli dei piccoli Peppa Pig, Masha & Orso, Paw Patrol, ai personaggi che riproducono canzoni e ninne nanne, il catalogo offre 100 storie diverse. È stata la nascita dei figli a ispirare Matteo Fabbrini – già ceo e founder di Maikii – a creare Faba e ideare il Raccontastorie: «Io e i miei soci stavamo diventando genitori, volevamo creare qualcosa di buono per le nuove generazioni». Faba è nata a Treviso nel 2021 come realtà interna a Maikii, azienda che dal 2008 opera nel mercato di prodotti e accessori tech, e con l’idea del Raccontastorie ha raggiunto i 10 milioni di euro di fatturato a fine 2024. In una società che non stacca gli occhi da qualsiasi display, l’assenza di schermi è stato uno dei punti di forza del Raccontastorie: secondo un’indagine svolta dal Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università degli studi di Trieste favorirebbe lo sviluppo di abilità cognitive e il linguaggio dei bambini. «È il nostro obiettivo — spiega Fabbrini – sviluppare sempre nuovi prodotti, che costituiscano un’opzione valida per i genitori che non vogliono mettere i propri figli davanti agli schermi». Per il futuro Faba punta ad ampliare il proprio team, sono previste 20 nuove assunzioni entro il 2027 per potenziare le divisioni prodotto, marketing e commerciale. Inoltre è prevista un’espansione anche dal punto di vista geografico, oggi Faba produce anche in francese e spagnolo ed esporta in 7 paesi (tra cui Canada e Marocco, strizzando un occhio all’America Latina). «Quando facciamo contenuti in altre lingue non si tratta di mere traduzioni ma di cataloghi dedicati – dice Matteo Fabbrini – approcciamo i nuovi mercati dedicando particolare attenzione agli interessi e alle preferenze dei bambini locali, non è detto che ciò che piace ai piccoli italiani faccia voglia anche ai piccoli francesi o spagnoli». Con i nuovi investimenti la startup veneta punta a raggiungere i 15 milioni di fatturato nel 2025. corriere.it